venerdì 2 settembre 2011

Equilibrio e serenità

Essendo già avanti con gli anni, gli sovrano di un grande regno voleva essere sicuro che prima di lasciare il mondo terreno avrebbe trasmesso a suo figlio un'importante lezione. Dopo un susseguirsi di periodi difficili per il regno, le scelte del sovrano si rivelarono decisive per la stabilità del paese e la conquista della pace e dell'armonia.
Per qualche ragione, il giovane principe non capiva tutto ciò che il padre voleva trasmettergli.
"Padre, capisco che per te l'equilibrio sia molto importante, ma per me l'astuzia ed il potere lo sono molto di più".

Un giorno, mentre stava cavalcando sul suo destriero, al re venne in mente un'idea.
"Forse non serve a niente che a mio figlio io ripeta sempre le stesse cose. Forse ha bisogno di vederlo rappresentato".
Spinto dall'entusiasmo, il re convocò nel salone principale del palazzo le persone più influenti della corte.
"Voglio indire un concorso di pittura, il più grande ed importante che sia mai stato fatto. Ovunque nel mondo i banditori faranno sapere che il vincitore riceverà una straordinaria ricompensa".
"Maestà- domandò uno dei nobili- qual è il tema del concorso?".
"Il tema è la serenità e l'equilibrio. Vi darò soltanto un ordine-disse il re- Non esistono motivi per rifiutare un'opera, per quanto strana vi possa sembrare, anche se vi dovesse ripugnare".

I nobili se ne andarono, senza però aver capito appieno il senso di quell'insolita indicazione.
Arrivarono quadri meravigliosi provenienti da ogni parte del mondo conosciuto. Alcuni rappresentavano il mare in stato di quiete, altri erano cieli limpidi solcati dal volo si uno stormo di uccelli e guardarli dava una sensazione di calma, di pace e di serenità.
I nobili si entusiasmavano di fronte a quei dipinti così belli.
"Per il re sarà molto difficile scegliere il vincitore tra queste opere magnifiche".
Improvvisamente, provocando lo sconcerto di tutti, apparve un quadro stranissimo. Dipinto con tonalità cupe e scarsa luminosità. Rappresentava un mare agitato in piena tempesta, con onde gigantesche che si abbattevano violentemente contro le rocce scure di una scogliera. Il cielo appariva coperto da enormi nubi nere.
I nobili si scambiarono occhiate senza riuscire a credere a quello che vedevano, e un attimo dopo si lasciarono andare a battute e a risate.
"Solo un pazzo potrebbe presentarsi ad un concorso sulla serenità con un quadro come questo".
Stavano quasi per scagliarlo fuori dalla porta quando uno dei nobili intervenne: "Abbiamo un ordine a cui non possiamo venir meno. Il re ci ha detto che nessun quadro, per quanto strano, doveva essere rifiutato. Anche se non ne abbiamo capito il senso, è pur sempre un ordine del nostro sovrano e come tale non possiamo ignorarlo".
"Va bene- disse un altro nobile- però metteterlo in un angolo, così almeno nessuno lo noterà".

Arrivò il giorno in cui Sua Maestà doveva decidere il vincitore. Quandò entrò nella sala dell'esposizione, sul suo volto si poteva leggere una grande contentezza; tuttavia, man mano che passava in rassegna le opere, la sua espressione rifletteva una crescente delusione.
"Maestà, forse nessuna di queste opere vi soddisfa?"- chiese uno dei nobili.
"Sono molto belle, non c'è che dire. Ma a tutte manca qualcosa".

Il re era ormai arrivato alla dine dell'esposizione, senza aver trovato ciò che cercava, quando all'improvviso gli cadde l'occhio su un quadro abbandonato in un angolo.
"Cos'è quello, che quasi nemmeno si vede?"
"E' un altro quadro, Maestà".
"E perchè lo avete messo in un posto così appartato?".
"Maestà è stato dipinto da un pazzo e noi lo avremmo rifiutato, ma abbiamo obbedito al vostro ordine di accettare tutti i quadri che ci venivano proposti. Allora abbiamo deciso di metterlo in un angolo, così almeno non avrebbe compromesso la bellezza dell'insieme".

Il re curioso per natura, si avvicinò per vedere quello strano quadro, che effettivamente era difficile da interpretare. A quel punto fece una cosa che nessuno degli altri membri della corte aveva fatto: avvicinarsi ancora di più al quadro per osservarlo attentamente. Fu allora che, di colpo, la sua faccia si illuminò, e a voce alta disse: "E' questo il vincitore!"

I nobili si lanciarono occhiate, credendo che il re avesse perso la testa.
Uno gli chiese, timidamente: "Maestà, non abbiamo mai messo in dubbio i vostri giudizi, ma cos'è che vedete in questo quadro tanto da proclamarlo vincitore?".
"Non lo avete guardato bene, avvicinatevi".
Quando i nobili si avvicinarono, il re indicò qualcosa in mezzo alle rocce. Si trattava di un piccolo nido con dentro un uccellino appena nato. La madre gli stava dando da mangiare, ignorando completamente la tempesta che infuriava tutto intorno.
Il re spiegò che di trattava proprio di ciò che desiderava trasmettere a suo figlio, il principe.

"La serenità non ha nulla a che vedere con le situazioni ideali dipinte negli altri quadri, con il loro il mare calmo ed i loro cieli limpidi. La serenità è la capicità di tenere fissa l'attenzione, in mezzo alle difficoltà, su ciò che per noi è prioritario".

Questo racconto mette in evidenza che se noi dirigiamo la nostra attenzione su ciò che per noi è spiacevole e che è causa di disagio, su quello che sono le 'tempeste della vita', accumuleremo soltanto tensione e perderemo il nostro equilibrio personale. Se invece siamo padroni della nostra attenzione e decidiamo di focalizzarla su ciò che per noi conta di più in assoluto, allora la nostra mente, quando tutti gli altri si sentiranno smarriti , si conserverà lucida ed equilibrata.

[...]

Conclusione: Dove va la nostra attenzione, là andranno anche emozioni ed energie.
Laddove si porrà nostra attenzione, sarà tutto più vero! Anche per questo motivo bisogna allontanarsi da quelle persone che sono come buchi neri, capaci di sottrarre energia, efficienza e perfino salute. Persone che sembrano stare bene solo ricordandoci continuamente tutto ciò che va male nel mondo, tutto quello che non potremo mai ottenere e quello che c'è di imperfetto in noi e negli altri. Se si presta attenzione a queste persone, si finirà col vedere la realtà come loro. Forse è esattamente questo che loro cercano, per sentire di avere il controllo su altre vite, ma, potendo esercitare la propria libertà, questo sicuramente è ciò che nessuno vuole veramente!



(Mario Alonso Puig "Reinventarsi- La tua secondo opportunità per una nuova vita")

1 commento:

Elisabetta ha detto...

Come è vero ciò che scrivi in questo post bisogna allontanarsi dai buchi neri solo che purtroppotalvolta sono persone a te così vicine da cui diventa molto difficoltoso farlo , persone legate a te a doppio filo e allora diventa molto difficile farlo .....Ciao e grazie.

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