lunedì 22 ottobre 2012

Lettera

L'amica G. mi scrive questa mattina.
Le sue parole mi colpiscono, parlano di buio, di confusione, dicono che, in questa mia necessità di cambiamento, sto cercando una via di fuga...

La ringrazio, le sue parole mi hanno dato modo di riconoscermi il valore di questo cammino.

Questa mia risposta la voglio pubblicare su questa pagina di diario perchè possa rimanere a memoria se mai un giorno deciderò di mettere insieme tutti questi post per farne un libro di ri-nascita...


"Cara G.

Mi sento molto fortunata.
Nel mio cammino, intrapreso molto tempo fa, ho incontrato persone davvero eccezionali che mi hanno aiutato veramente tanto.
Paola e da ultimo Greta sono solo la parte finale di un percorso che sta giungendo ormai al suo epilogo.

Sono agitata? Si.
Impaurita? Molto.
Mi ritrovo sola davanti a questa montagna.
Raggiungerne la cima significa affrontare la parte più irta del percorso, ma … dopo quasi tre anni questo tratto, finalmente, è tutto all'aria aperta.

Con la mia separazione sono entrata in un tunnel buio che a tratti mi ha lasciata avvolta nella melma all'interno delle sue cavità più oscure.
Ho pensato spesso alla morte, ma mai-e dico mai- mi sono abbattuta o sentita fallita.
Mi sono semplicemente rialzata e, faticosamente, ho rincominciato a mettere i piedi uno davanti all'altro continuando a camminare, a tratti addirittura a correre.

Ho sempre pensato che tutto ciò che mi stava accadendo era qualcosa di assolutamente necessario.
Un must imposto dalla mia anima per guarire finalmente ed una volta per tutte.

Ora sono sola, a tu per tu con la mia paura che riconosco, accetto ed abbraccio.
Ho perdonato chi mi ha ferito o fatto male.
Ho lasciato da parte chi mi ha sempre ostacolato.
Ho aperto una ad una tutte le catene che mi costringevano.

Sto scappando? No.
Ora non più.

Anima e corpo finalmente unite in un'unica essenza sto finalmente giungendo a casa.
Dove questa sarà lo saprò solo a tempo debito.

Vago, spesso avvolta dalle nuvole.
Piena di pensieri confusi.
Ma la cima è lì, G, la vedo finalmente davanti a me!

Ti ringrazio per il tempo dedicatomi.
Non sono una grande oratrice e le parole spesso finiscono per ingarbugliarmi i pensieri.
E' solo nella scrittura che ritrovo veramente me stessa.
Che riesco a recuperare il bandolo di questa matassa che nel frattempo si è aggrovigliata fino a diventare contratta e dura come una noce.
Che ritrovo il senso logico di ciò che sto facendo seguendo, come una calamita, una forza che al di sopra di me guida ogni mio passo senza possibilità di scelta.
L'oppormivisi è sempre fonte di sofferenza
acuta.

Ti ringrazio, ti abbraccio e ti auguro una serena giornata.

Marta"

domenica 21 ottobre 2012

Into the wild







Ci sono film che sai già sono tuoi ancora prima di guardarli....
"L'hai visto into the wild?"- mi chiede Denim mercoledì sera riportando le bimbe a casa la sera.

Lo guardo venerdì sera. Le bimbe via per il week end, io a casa da sola, "Qua e là" danzereccio a Bologna.

La bulimia ha lasciato posto al binge eating..
Questo vuol dire che sebbene continui a mangiare disordinatamente non applico più i meccanismi di compensazione.
Un passo avanti certo, ma... c'è un ma....
Sto ingrassando e piano piano mi sto escludendo.
Mi escludo dalla corsa, dagli amici, da "Qua e là".
Mi escludo dalla vita sociale e dalla cura di me stessa.
Non mi trucco e cerco di evitare qualsiasi tipo di contatto fisico....qualsiasi!

So che anche questa fase del cammino mi sta dicendo qualcosa di me, forse semplicemente che ho una gran paura....

La casa è in vendita da mesi.
Non molte visite, nessuna offerta.
Tante cose nel mezzo si sono delineate Denim e le bimbe a ridimensionare gli estremismi cui sarei soggetta per natura se non avessi nessun cui dover rendere conto.

Sistemo casa continuando una pulizia iniziata verso la fine di settembre quando mobili, suppellettili ed accessori hanno iniziato a sparire da stanze e armadi per essere donati o scambiati.
Gli spazi sono diventati più ampi e i pensili di sono svuotati mettendo in risalto l'assurda inutilità della maggior parte delle cose che possedevo.

Ora dormiamo tutte e quattro insieme nella stessa stanza (un'esperienza meravigliosa cui non potrei più fare a meno, almeno ora)e laddove sono riuscita a liberarmi delle strutture rigide le cose sono impilate in maniera ordinata ma soprattutto visibile.
Credo che anche quando mi trasferirò mensole a giorno e portatutto in stoffa prenderenno il posto di mobili, pensili e ante....nel vedere ciò che si ha si evita di comprare doppioni inutili e gli spazi di cui si necessita si riducono decisamente.

"E' più bella la casa così- mi dice una mattina Qui mentre è intenta a fare i compiti- e anche tu sei diventata più simpatica".

E' vero, qualcosa è cambiato. Loro sono più affettuose...o forse semplicemente sono io che sono disposta ad accettare l'amore che è sempre stato presente in loro.
Ho fatto un lungo percorso.
Ancora lo sto facendo.
Non mi sento fuori dal tunnel.
I miei disturbi alimentari lo stanno dimostrando, ma.... vedo la luce e nell'ultimo anno è la prima volta che capisco di stare arrivando a meta.

"Quest'anno sarà ancora difficile- mi aveva detto l'iridologa- ma dal prossimo avrò qualche anno davvero bello".

L'oroscopo di Paolo Fox dice che dal 15 di ottobre Saturno è andato in allineamento con Scorpione e questo dovrebbe portare chissà quali meravigliosi effetti....

Sento che l'iridologa ha ragione e che questo sarà ancora un anno di cammino in salita, irta a tratti.

Mi chiedo quale il messaggio di questo film che tanto mi rappresenta....e forse nel silenzio di queste pulizie notturne lo capisco.

Sto aspettando.
Inchiodata dalla vendita di una casa che in questo momento nessuno vuole.
Tassellata a dei laboratori che da quando sono diventati ad offerta libera nessuno frequenta.

"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura"- dice Christopher McCandless, questo ragazzo di 22 anni, che benestante, subito dopo la laurea, dona i suoi risparmi e, abbandonati amici e famiglia, decide di sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere.
La sua inquietudine lo porterà a viaggiare per due anni dagli Stati Uniti fino in Alaska e a comprendere che la felicità non è nelle cose materiali che circondano l'uomo o nelle esperienze intese come eventi indipendenti e fini a sé stessi, ma nella piena condivisione e nell'incontro incondizionato con l'altro.

Ho paura e sono ferma.
Ho paura e mangio ... che cosa ne sarà di me?

Mercoledì sarò a Bologna per il colloquio di accesso al corso di arte terapia.
Con Denim un accordo pacifico ci vede concordi nel prenderci cura delle bambine a settimane alterne.
Altre cose si sono delineate o stanno prendendo forma eppure....
Ho paura e aspetto....cosa...
 "Cosa mi ferma?"- mi domando.
Le opinioni della gente, la paura di sbagliare o di rendermi conto ad un certo punto che i miei erano solo sogni...la paura di non farcela,...
Eppure se mi volto indieto li vedo quegli appigli lungo il percorso di quella parete da scalare, sono evidenti, lo sono stati subito!

Christopher decide di lasciare tutto perchè lo stare era diventato per lui insostenibile.
"Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila..."- dice....INTO THE WILD




giovedì 4 ottobre 2012

Qualcuno


"Aspettiamo tutti questi anni per trovare qualcuno che ci comprenda, pensai tra me, qualcuno che ci accetti come siamo, qualcuno con un potere magico che sappia trasformare le pietre in luce solare, che ci porti felicità nonostante le controversie, che possa far fronte ai nostri draghi notturni, che ci possa mutare nelle anime che scegliamo di essere.
Soltanto ieri ho scoperto che quel magico Qualcuno è la faccia che vediamo nello specchio: siamo noi e le nostre maschere casalinghe.
Dopo tutti questi anni ci incontriamo finalmente.
Pensate un pò.     (Via dal nido-Richard Bach)

Radio veronica One

E' pomeriggio e sono da poco rientrata  casa.
Tra uno spostamento, una passata di folletto ed una forchettata di insalata  sto finendo di sistemare un pò in giro quando suona il telefono.

"Ciao sono Carla di radio Veronica One, ti disturbo?"

Si, vorrei dirle, ma mi trattengo e con poco savoir faire le rispondo "Dimmi pure" sperando di togliermela in fretta...

La signora in questione mi aveva contattata già un anno fa, una mattina mentre caricavo della mobilia nel parcheggio dell'Ikea.
Per lungo tempo mi aveva marcata a uomo nel tentativo di farmi fare pubblicità sull'emittente per la quale lavora e alla fine si era rassegnata lasciandomi finalmente perdere.

Quest'anno, visti i tempi bui, mi deve aver rispolverato e .... ricontattato.

Dopo un'ora di semi-monologo, di minuti, passaggi, sponsor e costi al secondo ho le orecchie in fiamme e le idee confuse.
Senza uno schema cartaceo la mia mente non riesce più a discernere le parole e a trattenere lucidamente quanto le viene detto.
Sì, forse potrebbe essere interessante...
Non tanto per me quando per lanciare, attraverso di me, il regno dei talenti, ma... mi riservo di prendermi qualche giorno e di ricontattarla la prossima settimana certa che il mio telefono suonerà ben prima dell'inizio del we ..

Mentre continuo con le pulizie ripenso a quella telefonata e, nel silenzio della notte, mentre le ragazze dormono nei loro letti e Fuffa mi tiene compagnia imbrattando di peli il mio adorato divano letto, le invio una mail.

Questa la mia risposta:

"Ciao Carla.

Dopo la tua telefonata ho a lungo meditato...

Ho un passato da commerciale e 15 anni di condivisione di vita con un uomo che del commercio ha fatto il suo mestiere.
Mi so proporre e so valutare le situazioni cogliendo al volo le occasioni.
Mentre mi parlavi cercavo di capire se in realtà ciò che tu stavi proponendo a me non potesse fungere, attraverso il mio sito, da trampolino di lancio per un'iniziativa che mi sta particolarmente a cuore e che sto portando avanti insieme ad altre persone...

Ci siamo salutate e respirando ho iniziato a prendere fiato e a pensare con lucidità.
Mi sono ricordata quando, un paio d'anni fa, a fronte di una serie di interviste radiofoniche non era seguito alcun riscontro tangibile; mi sono domandata quanto rimane in me della pubblicità che passa per radio ed ho recuperato le informazioni di marketing ai tempi dell'università.

Ti ringrazio per la tua proposta e per i complimenti che volentieri accetto e condivido :) , ma con molta serenità ti rispondo che non mi interessa.

Un passaggio anche 200 volte al giorno di 15 secondi o di un minuto non spiegherebbero la filosofia di "paneburroezucchero"; ciò che c'è dietro a questo sito e dentro di me.
Il web e la televisione traboccano di proposte culinarie di ogni genere per grandi e piccini.
Tradizionalisti, crudisti, vegani, vegetariani ognuno ha da dire la sua.
"Bimbiincucina" realizza laboratori di ogni genere con estrema cura e professionalità.
Paneburroezucchero non è nulla di tutto questo, ma va oltre e così è sempre stato...
Non è un'attività professionale e di fatto nemmeno un'attività.
E' un passatempo retribuito, un'occasione di incontro; è la possibilità di conoscere altre persone, di scambiare idee, di trascorrere un pomeriggio diverso, rilassato, senza dover competere o dimostrare.
E' prendere un caffè e fare merenda, è permettere ai bambini di giocare creando, pasticciando, conoscendo e sperimentando; è un corso con gli adulti che non ha alcuna pretesa perchè io non sono nè un cuoco nè un'istituzionalità.
I prezzi sono sempre stati bassi, oggi vengono addirittura lasciati al libero arbitrio di chi mi contatta come a dire che l'aspetto monetario è l'ultima cosa che mi interessa...

Tutto questo Carla a volte non riesce a passare in un rapporto fisico con il mio interlocutore figuriamoci se riuscirebbe a passare in quello che mi proponi tu.
Non ci sarei io in quei 15 o 20 secondi e nemmeno in un minuto o in una sponsorizzazione.
Forse 1 su 1000 ascolterebbe il passaggio.
Forse 1 su 1000 andrebbe a vedere il sito, ma di questi quanti di loro andrebbero oltre senza limitarsi a pensare "Che figata!Posso fare delle cose "aggratis"!!!"

Paneburroezucchero è molto di più che cucina, cattering, feste di compleanno, bambini.
Paneburroezucchero è baratto è cooperazione, è collaborazione; è scambio, è regno dei talenti, è speranza, entusiasmo, forza ed illuminazione.
E' la certezza che non c'è nulla di sbagliato in quello che stiamo vivendo e che solo noi possiamo mettere fine a tutto ciò cambiando la nostra mentalità.
Paneburroezucchero è mio, è una mia creatura, è una mia invenzione e io non la voglio (s)vendere così come non si farebbe con un proprio figlio.

Mi sono persa lo scorso anno cercando di stare dietro ai ritmi di mercato e ci abbiamo rimesso tutti: io, le bimbe, le persone che mi stavano intorno e persino i miei sostenitori più accaniti.
Oggi non lo voglio più fare!

Il mio messaggio arriverà forse più lentamente, ma attraverso il passaparola arriverà alle persone che realmente possono capire e questo, alla fine, è l'unica cosa che mi interessa veramente.

Quindi, detto questo, ti abbraccio e ti ringrazio, attraverso te ho chiarito molte cose anche a me :)

Buona giornata e buon lavoro.

Marta"


Non tutto si può vendere o comprare.
Non tutto può essere dato al miglior offerente.
Non tutto può essere passato al tritacarne perchè ci sono cose che valgono di più:
IO!

lunedì 1 ottobre 2012

Andrea Bizzocchi

Sono seduta sulla mia "nuova" sedia a dondolo.
Recuperata dalla cantina di una coetanea che lì l'aveva depositata aspettando solo il momento più opportuno per disfarsene.
Me la sono caricata in auto e, dopo averla sottoposta alle cure di "Qui" che me l'ha tutta ripulita, l'ho messa in camera.

Oggi, dopo il rientro da scuola, mentre le bimbe giocano con le loro amichette, decido di prendermi un attimo di pausa e di sfogliare una rivista- "terra nuova"- ciondolandomi mollemente su quell'oggetto che da 10 giorni giace inutilizzato dentro quella stanza completamente rivoluzionata.

In questo numero tratta di ecovillaggi e co-housing...due argomenti che, in questo momento, mi stanno veramente a cuore.
La sto ancora sfogliando oziosamente quando un titolo su tutti mi colpisce:

"Chi ha paura del cambiamento?"

Sabato pomeriggio ho dato luogo alla mia prima "Giornata del Baratto".
Non un grande successo a dire il vero, il tempo forse, qualche malanno...
Una partecipazione davvero limitata, ma pazienza.
Io non perdo la fiducia e replicherò sicuramente il mese prossimo.

Alle poche sventurate è toccato comunque un bel "sermone" sulla presunta crisi, sulla possibilità di decrescere, di limitare le proprie necessità a ciò che davvero è importante evitando di farsi trascinare dal consumismo cui siamo abituati e con cui siamo cresciuti...

"Parli bene tu- mi dice ad un certo punto una signora- tu almeno una casa ce l'hai. Qui i soldi però non ci sono".

Provo a spiegare che le limitazioni che ci poniamo sono mentali; che arrivano dalla paura; che questa crisi ci impone uno "sradicamento" dai vecchi schemi ed un salto nel buio.
So che è difficile.
Io stessa ho faticato e ancora lo sto facendo, subendo tutto ciò anche a livello fisico.
"Puoi trasformare il crollo in un'apertura" dice Osho in una delle carte che da circa un anno sistematicamente mi esce fuori.
Devi trasformare il crollo in un'apertura se vuoi ricominciare a vivere in questo mondo, cambiare atteggiamento e dimensione, privarci di tutto ciò cui ci siamo abituati, ma che di fatto è inutile!

Sono sulla mia sedia a dondolo.
Le bimbe urlano rincorrendosi nel corridoio.
La gatta, la "very new entry" di questo periodo, sonnecchia sotto il letto di "Qui" ben determinata a non lasciarsi avvicinare da nessuno.

"Perchè non passiamo all'azione?"- chiede il giornalista nel corso dell'intervista a questo personaggio a me finora sconosciuto.

La risposta mi inchioda alla rivista e finisco per leggere tutto il resto dell'articolo!

"Perchè abbiamo paura[...]la maggior parte delle paure che viviamo oggi sono indotte: paura di perdere il lavoro fisso, la casa, la pensione, la macchina...Se non cambiamo non è perchè non abbiamo la possibilità di farlo, ma perchè abbiamo paura.
[...]un passo per quanto piccolo, nella direzione della libertà e del cambiamento  possibile per tutti. Il problema è che ci concentriamo sui problemi e non sulle soluzioni. E' un processo inconscio[...]che però va superato.
[Io per vivere] Scrivo qualche articolo [...] più in generale faccio quello che mi capita: traduttore, giardiniere, cameriere, bagnino, raccolgo le olive... Le cose vengono spontanee quando ti immergi nel flusso della vita senza paure.
[...]Quando sei vivo, quando sei aperto, quando ti adatti, di cose te ne capitano un'infinità. Ma quello non è nemmeno lavorare e la questione dei soldi è riduttiva. [...] Se tu metti il lavoro al centro della tua vita, è la vita che ruota attorno al lavoro.
Bisogna ribaltare la situazione e si può fare.
[...]Il nostro punto di partenza come famiglia è stata la consapevolezza dei danni del consumismo e quandi la riduzione dei bisogni e dei consumi. Il 90% dei bisogni della nostra società servono unicamente a tenere in piedi questo baraccone che chiamiamo economia e che sta devastando tutto a tutti i livelli: ambientale, sociale, spirituale ed economico. Trattandosi di bisogni non reali, sono virtualmente tutti eliminabili. Noi avevamo l'orto,  non avevamo elettrodomestici nemmeno il frigorifero. La bolletta della luce era una cosa ridicola.
Non abbiamo mai fatto sacrifici. Io non credo ai sacrifici, credo semmai alla curiosità nei confronti della vita "Tutti dicono che bisogna fare così. Fammi un pò vedere se si può fare cosà!".
[...] La nostra mente è talmente condizionata che non riesce a concepire che si può benissimo fare a meno di un sacco di cose, che si può autoprodurre, che si può scambiare. E quando inizi questo percorso dopo un pò scopri che questa cosa ti dà forza. Capisci che meno hai più stai meglio, che meno hai più sei libero.
[...] Ognuno di noi ha un enorme potenziale inespresso, che è già dentro di noi e che dobbiamo imparare a tirar fuori.[...]

Il lavoro da fare è su di noi"

Sto donando un sacco di roba.
Armadi, soppalchi e camere si stanno alleggerendo e noi con loro.
Da che sono tornata dagli appennini bolognesi non ho attaccato nemmeno una volta la lavastoviglie. I piatti tanti o pochi che siano vengono rigorosamente lavati a mano anche se a volte si ammassano dentro il lavello. Le cose stirate sono ridotte all'osso. Televisione, decoder e dvd sono spariti da casa. Le bimbe giocano e leggono di più e quando siamo poi proprio tutte stanche ci prendiamo un dvd e lo guardiamo al pc.
La spesa viene organizzata ed i pasti pianificati settimanalmente in modo da combinare gli ingredienti acquistando solo ciò che è necessario.

"Stai dando via molto- mi ha scritto ad un certo punto una ragazza su fb- ma non ti serve nulla di materiale?"

"Si, lenzuola e teli vecchi per i miei laboratori con i bimbi; una sedia a dondolo per godere attimi di relax con un libro in mano; marmellate, riso farina e pasta; frutta e verdura...".
Ad oggi i vestiti non ci mancano, forse un giorno in quella lista aggiungerò anche quelli.

Lavoriamo per guadagnare soldi da spendere in futilità.
E se invece smettessimo di lavorare e semplicemente ci scambiassimo i nostri beni donandoci felicità?

I miei laboratori saranno ad offerta libera: qualche soldo, articoli di prima necessità...
Il mio ruolo di "esperta in cattering" è delegato ad una terza persona per permettermi di concentrarmi sulla divulgazione, sul regno dei talenti, sulla scoperta di persone che, in misura sempre maggiore, mi fanno capire che le mie non sono le idee utopistiche di una donna impazzita, come pensa Denim;
Che uscire da tutto ciò davvero si può.

Il negozio senza circolazione di denaro di Mulhouse; la donna che da 11 anni vive senza soldi in Germania, questo scrittore che tiene conferenze gratuitamente, l'insegnante che, mamma di 4 figli, decide di creare un'associazione per diffondere il concetto di istruzione parentale...
Alcuni li ho contattati personalmente, altri lo farò prossimamente; tutti spero di porterli conoscere personalmente, di invitarli a parlare a casa mia perchè possano spiegare la loro storia, i loro inizi, le loro convinzioni e la loro filosofia.
Perchè possano raccontare la loro esperienza

"Guardatevi allo specchio, ditevi che vi volete bene e decidete di cambiare qualcosa, anche qualcosa di piccolissimo nella vostra vita. Allenate il muscolo del cambiamento e vedrete che la strada sarà poi in discesa" 
                 (Andrea Bizzocchi)

martedì 28 agosto 2012

Fabio Volo

Non saprei dire se questa frase è stata proprio coniata da Fabio Volo, ma in realtà poco importa. Del noto DJ ho letto numerosi libri.
Alcuni mi sono piaciuti e mi hanno dato spunti di riflessione.
Ieri, leggendo questa frase sul diario facebook di un'amica sono rimasta .... "mah" e questo è ciò che ho scritto nel commento sottostante la sua condivisione.

Anche in questo caso, però, queste poche parole, combinate ad alcuni avvenimenti della giornata, hanno dato il via ad una serie di "elucubrazioni".

Giusto per riempire il tempo nell'attesa che il corriere mi consegni i libri richiesti e che le paperotte ancora calate tra le braccia di Morfeo si destino ve ne comunico qualcuna...so che ci tenete :)

Nel suo libro "A tu per tu con la paura" Krishnanda -psichiatra, laureato a Harvard all’Università della California, diventato poi allievo del maestro spirituale Osho- trattando il tema della co-dipendenza parla di 4 emozioni negative che albergano in ognuno di noi: rabbia, dolore, paura e vergogna sostenendo in particolare che la paura è il sentimento più antico poichè è quello "che l’uomo prova dalla nascita [....] un senso dell’abbandono che lo pervade sin dal taglio del cordone ombelicale."

E Thich Nhat Hanh- maestro zen vietnamita, poeta e pacifista, stato proposto nel 1967, da Martin Luther King, per il Premio Nobel per la pace- in "Fare pace con se stessi" scrive che la struttura secondo la quale ci rapportiamo alle realtà della vita di ogni giorno è composta da due uniche forze: l'amore e .... la paura!

Il già super citato Anthony De Mello, poi, nel suo libro "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo"  parla di "abbarbicamento". Ci abbarbichiamo alle cose, al tempo, agli altri ... perchè in effetti abbiamo paura di perdere ciò che ci è noto.

E abbarbicandoci,
vivendo nella paura,
diventiamo co-dipendenti
e.... ci perdiamo!

Ci tradiamo e non sappiamo più chi siamo.
Chiediamo scusa per paura di perdere ciò che abbiamo di fianco e di rimanere soli.
Non rendendoci conto che, in questo modo, ci stiamo lasciando in mezzo ad un deserto senza acqua e senza cibo; che siamo già soli.
Abbiamo perso ciò che di più importante esiste al mondo: noi stessi e la nostra vera essenza.
Il nostro IO più profondo.

Ho vagato per i sentieri di queste montagne e nel respiro mi sono ritrovata.

La mia anima ha ricordato frammenti di vita cancellati.
Sola, all'età di due anni ho scelto di "morire" per continuare a "vivere".
Resettata la mente ed azzerato un passato doloroso ho ricominciato da zero.

"Istinto di sopravvivenza"-ha detto Chiacchierina
Può essere.
Non ha importanza.
Ho pagato a caro prezzo la scelta fatta a suo tempo.
Con essa ho perso me stessa.
Tradita la mia integrità mi sono ritrovata scissa in due.

Non sto cercando più di cambiarmi anche se su alcuni fronti faccio molta fatica ad accettarmi ed ancora mi giudico.
Però....sono così e così rimango, almeno fino a quando la consapevolezza non mi porterà a raggiungere nuove dimensioni.

"Lo so. Sono stronza, egoista, ho un carattere di merda e sono musona- dico a "Qua e là" venerdì sera nel corso di una discussione iniziata nel pomeriggio, contando quei difetti sulle dita della mano quasi ad elencarli meglio - E' una vita che me lo sento dire. Ma se questo per te è troppo chiudiamo qui; io non obbligo nessuno a stare con me".

Non c'è rabbia nelle mie parole, ma una grande serenità a dispetto delle lacrime che sgorgano copiose...non una grande novità in quest'ultimo anno.

Per me è una grossa conquista.
Improvvisamente, dopo aver osservato quell'ansia che saliva e quel giudice che mi condannava per non aver taciuto ed aver fatto scoppiare una bomba che avrebbe anche potuto rimanere inesplosa; trattenendo a stento l'istinto di correre a giustificarmi, mi sono resa conto che, se anche fossi tornata a Torino con una situazione sentimentale modificata, non sarei comunque morta e che anche le bambine, sebbene dispiaciute, se ne sarebbero fatte una ragione...

Dui fatto "Io" sono "Io".
Nessuno può darmi o togliermi niente.
Sono come un albero che, nel fitto della foresta, conserva comunque la sua chioma e le sue radici.
Sono l'amichevolezza di Osho:

"Non dipendi dagli altri e non rendi gli altri dipendenti da te. 
Allora si tratta sempre di amicizia, di amichevolezza. 
Non diventa mai una relazione, ma sempre un essere in contatto. 
Dialoghi, condividi, ma non crei un matrimonio. 
Il matrimonio è frutto della paura, il dialogo è frutto dell'amore.
Condividi: fino a quando le cose vanno bene, condividi. 
E se vedi che è venuto il momento di separarsi perché i vostri sentieri si separano a un crocevia, dì addio all'altro, con profonda gratitudine per tutto ciò che è stato per te, per tutte le gioie e i bellissimi momenti che avete condiviso. 

Senza tristezza, senza dolore, vi separate, semplicemente.
È la nascita di un amore veramente incondizionato, privo di aspettative e di pretese."


Anche se tengo molto a questa relazione, non ho chiesto scusa.
Penso che la parola"orgoglio" sia stata coniata dagli esseri umani per giustificare la paura di essere feriti, annientati ed uccisi.

"L'amore può essere molto crudele a volte"- ha detto De Mello.
"Non c'è crescita senza crisi"- ho sentito dire domenica sera in un'intervista a Roberta Carreri dell'Odin Teatret di Eugenio Barba.

Forse chiedere scusa a qualcuno per aver detto o fatto qualcosa che l'ha urtato può servire a tenere calme le acque per un pò.
Forse può farci sentire sicuri e al riparo, ma di fatto non ci fa muovere di un passo.

Ecco, nel leggere quella frase ieri mattina questi sono i sentimenti che si sono mossi.
Il pensiero che le persone abbiano bisogno di annullarsi dietro agli altri mi fa sentire come l'incredibile Hulk nell'atto della sua trasformazione.
"Svegliatevi!!- vorrei gridare- siete VOI che valete non gli altri! Non delegate, non delegatevi e non imprigionatevi. Ascoltatevi, ascoltatevi, ascoltatevi!".

[...]E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale
prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con
la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei
venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta
ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti
parla, alzati e và dove lui ti porta.
                                                                            (Susanna Tamaro)

domenica 26 agosto 2012

Summerhill




"Tanta gente non lo sa,
non ci pensa e non si cruccia
La vita la butta via
e mangia soltanto la buccia!"


Ieri siamo andati ad una bellissima sagra paesana qui sui monti bolognesi.
Una festa di artisti di strada, giocolieri e saltimbanco.
Abbiamo cenato alle 22.30 dopo aver trascorso l'intero pomeriggio a vagare tra le vie del paese seguendo questo o quello spettacolo.

Ed è proprio al termine di uno di questi che ho sentito raccontare questa canzone a mò di filastrocca.

In questi giorni ho terminato di leggere il libro di Antony De Mello e via Internet ne ho ordinato un altro: "I ragazzi felici di Summerhill" di Alexander S. Neill.
Dovrebbe arrivare direttamente qui, tra le sperdute vie di questa casa di montagna dove io e le ragazze sosteremo ancora una settimana; "qua e là" pendolare tra Bologna e Porretta Terme.

Le guardo giocare, serene, radiose, perfettamente in armonia con il mondo che le circonda.
Le sento porre domande sulle cose che interessano loro: la natura, le stelle, le persone...
Poi, le guardo fare i compiti e mi chiedo dove sta l'utilità in quelle nozioni astratte fissate nella mente e presto dimenticate.

"Ha poca memoria"- mi ha detto la logopedista dopo le due giornate trascorse con Qui.
Si tratta di una ragazza molto simpatica e dolce che, dopo avermi risucchiato mezzo patrimonio, mi ha consigliato tutta una serie di esercizi che io ho prontamente dimenticato a Torino... :/

Non è un problema.
Staccati i ritmi della città e preso coscienza dei limiti e degli enormi sacrifici che questa società ci sta imponendo mi sono resa conto che non è memoria ed attenzione che le mancano, ma la possibilità di sperimentare sul campo, in modo concreto, tutto ciò che astrattamente le viene insegnato.

E mentre faccio colazione penso a quanto ci lamentiamo perchè non si investe abbastanza sui bambini.
"Il futuro sono loro"- continuiamo a dire, ma di fatto si tratta dei NOSTRI figli, siamo NOI che dobbiamo prendercene cura, non lo Stato.
Lo Stato pensa ai suoi interessi ed ai suoi benefici, che non sono quelli di un'intera nazione, ma quelli delle persone che lo compongono.
E' così ovvio...un pastore guida il gregge nel suo interesse.
Un gruppo di politicanti guida una popolazione nel suo interesse...non potrebbe essere altrimenti e d'altro canto non siamo noi che glielo permettiamo? Non siamo noi che abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi e che si assuma le responsabilità del nostro bene o male-essere?
Abbiamo bisogno di qualcuno che assuma il ruolo del carnefice per potere gridare all'ingiustizia, per poterci identificare nel ruolo della vittima.
Ma allora mi domando, chi sarà mai il nostro salvatore?
Chi potrà mai salvarci se non lo facciamo noi?
Chi potrà avere a cuore il nostro benessere più di noi?
Chi potrà amarci esattamente nel modo in cui vogliamo se già noi continuiamo a farci del male e contemporaneamente a farlo alle persone che diciamo di amare di più al mondo? 

 Gandhi dice:
  "Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere"

Lasciamo i nostri figli a scuola tutto il giorno, in balìa di gente frustrata che, come tutti noi, ha i suoi problemi da risolvere; che non è soddisfatta delle condizioni in cui si trova a svolgere il suo lavoro.

A casa trovano noi, genitori altrettanto frustrati ed insoddisfatti.
E così, perchè non si rendano conto dell'insoddisfazione che circola loro intorno,  riempiamo le loro giornate con attività di ogni tipo perpetuando in questo modo quello stesso meccanismo dal quale cerchiamo di salvarli...

"E' tardi, è tardi!!!"- grida il Bianconiglio di questi bambini già stressati a solo 6 anni!

"Il bambino difficile è un bambino infelice- dice A.S. Neill nel suo libro- ; è in guerra con se stesso e, di conseguenza, con il mondo. L’adulto difficile si trova nella stessa barca. Un uomo felice non disturba un comizio, né invoca una guerra, né lincia un negro. Una donna felice non brontola in continuazione con il marito e con i figli. Un uomo felice non ruba né ammazza. Un principale felice non opprime i dipendenti. I delitti, l’odio e le guerre si possono spiegare con l’infelicità."

E continua:

"Una scuola che costringe bambini vivaci a sedere nei banchi obbligandoli a imparare materie inutili, nella maggior parte dei casi, è una pessima scuola. E’ buona solamente per chi crede in una scuola simile, per gli individui privi di fantasia che vogliono ragazzi docili e ugualmente privi di fantasia, capaci di inserirsi senza difficoltà in un sistema che usa il denaro come misura del successo […] perché ritengo preferibile che una scuola produca uno spazzino felice piuttosto che uno studioso nevrotico”

Guardo le mie figlie che corrono e si muovono leggere e mi piange il cuore pensare che tra 20 giorni saranno costrette per 8 ore sedute sui banchi di scuola.
Improvvisamente sento tutto questo come estremamente inumano, una violenza perpetuata al solo scopo di adeguarli ad un sistema convenzionale.
Mi guardo intorno e vedo donne con visi sottili accompagnate a gambe grosse, appesantite da cumuli di cellulite; uomini con addomi gonfi ed arti sottili.
Penso ai nostri antenati, cacciatori ed agricoltori.
Penso agli animali della terra, esseri in perpetuo movimento.
E poi ci guardo inchiodati alle nostre scrivanie, gli occhiali sul naso per proteggere gli occhi dagli schermi del PC....

Siamo statici, bloccati nei nostri lamenti.
Timorosi all'idea di poter far sentire la nostra voce.
Terrorizzati dal giudizio altrui non abbiamo il coraggio di uscire dal gregge.

"Io sono ok; tu sei ok"- siamo cresciuti pensando che il riconoscimento e l'apprezzamento degli altri sia la cosa più importante; questo è il condizionamento con cui ci hanno educato!

E' come se tutti noi semplicemente stessimo mangiando la buccia buttando via la vita e quel che è peggio è che stiamo insegnando tutto ciò anche ai nostri figli, il nostro bene più prezioso....

La scuola di Summerhill si trova nell’Inghilterra sud-orientale, pochi chilometri a nord di Ipswich ed è stata fondata da Alexander Neill negli anni ’50.

Figlio di un maestro elementare austero ed autoritario; poco portato agli studi viene indirizzato dai genitori all'insegnamento.

I suoi concetti pedagogici si basano sull’idea che non devono essere i bambini ad adattarsi alla scuola, ma viceversa, è la scuola che dovrebbe adattarsi ai bambini.

"Lo scopo della vita è la felicità, ed essere felici significa provare interesse per qualcosa. L’educazione dovrebbe preparare alla vita. 
In ciò la nostra cultura non ha avuto successo. 
La nostra educazione, la politica, l’economia portano alla guerra. Le nostre medicine non hanno vinto le malattie, la religione non ha abolito i furti e l’usura […] 
I progressi sono limitati alla tecnica: sono progressi nel campo della radio, della televisione, dell’elettronica, dell’aeronautica.
Il nuovo mondo è minacciato dalle guerre poiché la coscienza sociale è ancora primitiva […] 
Spesso rimango stupito dell’immaturità di questi giovani pieni di conoscenze inutili. Sanno un mucchio di cose, brillano di qualità dialettiche, commentano i classici, ma la visione della vita che molti di loro hanno è quella di un bambino. 
Sono stati abituati a imparare e non a sentire [...] 
L’educazione superiore e le lauree universitarie non servono ad affrontare i mali della società. Un nevrotico istruito non è migliore di un nevrotico privo di istruzione. […] i meravigliosi laboratori, le officine, non sono in grado di aiutare [i ragazzi] a superare i danni emozionali e i disagi sociali alimentati dai genitori, dagli insegnanti, e le pressioni coercitive della nostra civiltà.”



Chiedo a Qui se potesse scegliere che cosa vorrebbe imparare.
"Vorrei vivere in una fattoria -mi dice- avere tanti animali da accudire e piante da coltivare....Mamma, quando vendiamo casa andiamo ad abitare in una fattoria?" -mi domanda.

Ripenso alle parole riportate da Anthony De Mello nel suo libro e penso che ha proprio ragione:  

"Ogni bambino ha dentro di sè un dio, i nostri tentativi di pasmare il bambino trasformeranno quel dio in un demonio".

Forse è troppo tardi o forse non ci riuscirò, ma io voglio essere il cambiamento che voglio vedere.
Voglio diventare il ribelle di Osho.

"Che sia ricco o povero, il Ribelle è un vero imperatore poiché ha spezzato le catene dei condizionamenti e delle opinioni della società repressiva. 

Il suo modo di essere è ribelle - non perché lotti contro qualcuno o qualcosa, ma perché ha scoperto la propria vera natura ed è determinato a vivere in base a essa. 

L'aquila è il suo spirito animale, un messaggero tra la terra e il cielo.

Il ribelle ti sfida a essere coraggioso a sufficienza per assumerti la responsabilità di ciò che sei e per vivere in funzione della tua verità."

 



domenica 12 agosto 2012

Le cose che piacciono a me


Cose semplici citava Julie Andrews in questa canzone nel noto film "Tutti insieme appassionatamente".

Alle vacanze in Normandia con "Qua e là" abbiamo preferito quelle al lago nella casa sull'appennino bolognese. Abbiamo sgobbato per giorni sistemando un monolocale disabitato da secoli.
L'abbiamo pitturato e ripulito, abbiamo comprato le tende e spostato mobili da sotto a sopra con l'idea, prima o poi, di sistemare anche l'alloggio più grande, quello dove di solito sostiamo quando siamo al gran completo.

Tra qualche giorno le bimbe rientreranno dalle vacanze con il papà.
Torneremo a Torino ed invece di buttarci in campeggio a Cuneo torneremo al lago di Suviana, in questa località dove non c'è praticamente nulla, ma che ci piace tanto...a tutti noi!

"La vita è più semplice di così"- continuo a ripetermi in quest'ultimo periodo.
Non siamo nati per sgobbare dal mattino alla sera come dei muli.
Non siamo nati per vivere isolati rintanati nelle nostre case obbligati a spendere soldi per socializzare con gli altri.

In questi giorni penso a come sarebbe più semplice vivere con le stagioni, lavorare per poi ritrovarsi alla sera tutti insieme per condividere la giornata, mettere la musica e ballare nel cortile; preparare da mangiare e consumarlo in compagnia.

Nel libro che sto leggendo "Messaggio per un'aquila che si credeva un pollo", Anthony De Mello, maestro del pensiero positivo, sostiene che:

"La vita inconsapevole è una vita meccanica. Non è umana, è programmata, condizionata. Potremmo essere una pietra, un pezzo di legno. Nel paese da cui vengo centinadi migliaia di persone vivono in minuscole stamberghe, in estrema povertà, e riescono appena a sopravvivere lavorando dalla mattina alla sera, duro lavoro manuale, poi dormono e si svegliano al mattino, mangiano qualcosa e ricominciano da capo.[...] Il 99,999 per cento delle persone non sta meglio. Certo alcuni possono andare al cinema, fare una crociera, girare in automobile, ma [...] la gente non vive la propria vita."

E' quello che penso io!

"Siamo in crisi"- sento dire in giro.

Beh, io non lo credo!
Non siamo "NOI" ad essere in crisi o in recessione, ma un sistema economico che sta dimostrando tutti i suoi limiti.
La terapia del terrore praticata da giornalisti, demagoghi, politici e studiosi  ci tiene intrappolati.
Schegge impazzite e animali in trappola schizziamo da una parte all'altra in cerca di una via di fuga terrorizzati all'idea di perdere ciò che per decenni abbiamo conosciuto e praticato.

No, non penso che siamo in crisi, ma semplicemente che ora, e finalmente, abbiamo l'opportunità di "disindentificarci" da un modo di vivere che non ci appartiene, che non appaga e non soddisfa la nostra essenza, il nostro "io" più profondo, ma solo la parte più superficiale di noi.
 
Certo noi abbiamo paura di staccarci da ciò che ci è noto e, certo anche i nostri governanti, i parroci e gli eclesiasti sono terrorizzati all'idea che possiamo mettere fine a tutto ciò semplicemente lasciando che questo mondo economico si afflosci come un palloncino sgonfio.


Qualche giorno fa ho letto su internet di aziende che hanno iniziato ad attuare il baratto tra di loro per ottenere beni o servizi di cui necessitano senza rivolgersi ai tradizionali canali del credito.
La mia iniziativa su "paneburroezucchero" con una giornata dedicata al baratto ha riscosso un'immediato successo, cosa che invece non è avvenuta con i corsi a pagamento proposti nell'arco della stessa giornata.

Penso al regno dei talenti e alla necessità di trovare una moneta nuova, che ci riconosca il valore che abbiamo e che ci permetta di vivere più sereni, in armonia con mondo e con noi stessi.

Penso a quante volte negli ultimi tempi mi sono imbattuta in letture di persone che hanno vissuto o che vogliono vivere in comunità...

Credo che la globalizzazione abbia creato questa crisi e che proprio quest'ultima ci stia urlando a gran voce che è ora di finirla; credo che la gente si senta sola, che abbia voglia di ridere, ballare, parlare e giocare, di sentirsi stanca ma motivata; credo che ognuno di noi abbia dei "talenti" da condividere e che non veda l'ora di poterlo fare.

Credo che il futuro si evolverà nel piccolo, in realtà ridotte dove gruppi di persone, vivendo insieme, sono in grado di autoprodursi quanto necessario per la loro sopravvivenza; dove ognuno dà e ognuno riceve, secondo un criterio caritatevole meno conosciuto, ma più vero, dove la scuola non è più il banco o l'aula , ma la vita all'aria aperta; dove anche gli anziani possono avere il loro spazio; dove i bambini non devono uscire vestiti di tutto punto per andare a giocare ai giardinetti o non si inchiodano ai vari nintendo o wii e per divertirsi utilizzando metodi più sani; dove i vestiti vengono realizzati e riparati, dove le insegnanti sono libere di gestire i programmi in base alla tipologia degli alunni e dove le classi sono miste e variegate perchè ognuno ha il proprio sapere da offrire...

Ecco, in questi giorni, in questo posto sperduto, in compagnia della musica, della lettura, delle corse in salita, della pittura, del lago e di "Qua e là" ho pensato che questo è ciò che voglio realizzare.
Per me, per le mie figlie, e per "noi": terra, cielo, aria, abitanti del pianeta e, soprattutto, amici :)

venerdì 3 agosto 2012

Dissociazione

I primi giorni di assunzione dei fiori di Bach sono sempre molto forti.
Che si tratti di rabbia, di angoscia, di paura o disperazione per le prime 72 ore vivo in balia di emozioni che escono prepotentemente, senza filtri o barriere.

La gola è stretta in una morsa.
Come spesso accade faccio fatica a respirare.
Sono le 4 del mattino, l'ora dei polmoni, l'ora della tristezza.
Mi alzo, vorrei bere ed invece mi sciolgo in un pianto morbido apparentemente incomprensibile.
Tornata a letto provo qualche esercizio di respirazione.
Inspiro le qualità ed espiro tutto ciò che di me voglio eliminare.
Funziona.
Mi riaddormento.

Sono le 8 del mattino.
A tavola con "Qua e là" sto facendo colazione quando improvvisamente scoppio nuovamente a piangere.
Vado in camera, mi sdraio sul letto e semplicemente accolgo quella tristezza che emerge.

"Forse quella morsa è l'urlo che la bambina di 6 anni non ha mai potuto fare"- mi dice quell'uomo che mi sta accanto veramente nel bene e nel male, più di quanto abbia mai fatto mio marito, da ormai due anni.

Ricordo come se fosse oggi quella sera:
"Mamma mi racconti di quando sono nata?"- le avevo chiesto distesa con lei nel suo lettone.
E lei l'aveva fatto, vomitandomi la solita bugia.

"Mamma, me la racconti di nuovo?"- le avevo chiesto una volta finito il monologo.
E' allora che avevo saputo che in quella pancia non c'ero mai stata, nemmeno un secondo;
Che quella donna che adoravo ed amavo incondizionatamente;
Di cui mi fidavo senza remore mi aveva inferto la sua pugnalata.
Una ferita mortale...

Oggi l'ho capito: in quel momento io ho semplicemente smesso di esistere, ho perso la mia identità, non ho più saputo chi ero veramente ed ho smesso di avere fiducia nel mondo.

D'altro canto mi chiedo come avrei potuto visto che l'unica persona di cui mi fidavo ciecamente mi aveva tradito senza ritegno.

Gli anni a venire non hanno che rafforzato questa sensazione.
Con l'adolescenza i continui confronti con la mia mamma biologica hanno creato messaggi contraddittori rispetto a quel "Io sono tua madre".
L'unico punto fermo la presenza di mia nonna.
Quella donna, madre di quelle due donne che mi contendevano con la stessa delicatezza con cui si tratta una pallone da calcio, ha rappresentato fino ad oggi le mie uniche radici.

"Lasciala andare"- mi aveva detto Luciana nel corso di una costellazione famigliare.

Solo ora comprendo.
Come un velo dei maya che lentamente sta bruciando e sta rivelando la realtà, semplicemente, così com'è.

"Vorrei aiutarti ma tu non me lo permetti"- mi dice quella donna che mi ha cresciuta incurante di tutte le parole dette fino a quel momento nel corso di quella telefonata.

Vorrei urlarle con tutta la rabbia che mi sta montando in corpo 

"PIANTALA CON QUESTA MENZOGNA!!TU NON SEI MIA MADRE, IO NON SONO TUA FIGLIA!!"

Per diversi giorni ho avuto la tentazione di prendere il telefono in mano e dirglielo, più o meno garbatamente, più o meno amorevolmente.


Oggi l'ho fatto.

Nel silenzio della corsa del mattino l'ho ripetuto all'unica persona che conti veramente: me stessa.

La piccola Marta ha potuto finalmente tirare fuori il suo dolore.
La Marta adulta ha finalmente trovato la sua collocazione nel mondo.


La verità permea ogni cellula del mio corpo.
Mi sento completa, piena di gioia.

Il passato è passato,
Il futuro deve ancora arrivare,
E la mente fa finalmente silenzio.

In questo momento,
in questo istante di non-tempo,
abbiamo ritrovato le nostre origini e siamo diventate una cosa sola.

giovedì 2 agosto 2012

Il triangolo no...





"Il triangolo no, non l'avevo considerato!" cantava Renato Zero in una delle sue famosissime canzoni.

 "La conoscerai sicuramente la teoria del triangolo di Karpmann"- dico alla mia naturopata ieri nel corso di una seduta.

Sono nuovamente di passaggio a Torino.
Nell'attesa di tornare nella "Bassa" opto per fare un pò il punto della situazione.
A furia di lanciare bolle colorate sulle pareti si stanno muovendo un casino di cose contemporaneamente.
Il risultato è che ho la testa piena di pensieri, di idee e controversie che vorticano con la stessa velocità di un uragano con un corpo che, radicato a terra, si ritrova incapace di sostenere energeticamente la quantità di informazioni che provengono dall'alto.

Secondo tale teoria ogni vittima, per potersi definire tale ha bisogno di un carnefice e di un salvatore.

"ll Salvatore è un ruolo in cui si agisce prevalentemente lo stato dell'Io Genitore Affettivo - cioé la parte di noi che funziona in maniera apparentemente protettiva ma che , in realtà, non favorisce la crescita e l'autonomia dell'altro. In tal senso la posizione esistenziale di chi assume questo ruolo è " IO SONO OK , TU NON SEI OK" (IO + TU - ) in quanto svaluta le capacità dell'altro.
Il Persecutore è il ruolo rivestito da chi agisce prevalentemente lo stato dell' Io Genitore Normativo -, cioè da chi dà norme, regole e limiti che aumentano il malessere e la dipendenza.
Anche in questo caso ci si trova di fronte ad una posizione esistenziale IO+ TU- poiché chi agisce il GN- è sovente ipercritico e svaluta le persone. 

Nel ruolo di Vittima lo stato dell'Io agito è quello del Bambino Adattato - .
E'il ruolo di colui che si adatta anche quando la situazione non lo richiede e non facilita il proprio e altrui benessere, la sua posizione esistenziale é IO - TU+.
"


Di fatto ciò che accade è che la vittima perpetua il suo stato di "bambino" finchè non decide che nessuno potrà aiutarla a risolvere i suoi problemi se questa decisione non parte da dentro di lei.
Finchè, cioè, non decide di "diventare adulta".

 "L'alba non è molto lontana, ma prima che tu la possa raggiungere, devi attraversare la buia notte dell'anima. E ricorda: man mano che l'alba si avvicina, la notte diventerà sempre più oscura."(Osho)


La sento questa buia notte che mi avvolge, che ogni volta che cado mi circonda, densa, facendomi sentire più morta che viva. 
Eppure, dopo ogni disastroso scivolone, mi accorgo di riemergere più forte di prima, con delle consapevolezze che mai avrei pensato di poter raggiungere.

L'ultima volta, la scorsa settimana, ho proprio capito questo: che se non mi decido io a volermi salvare nessuno potrà farlo al posto mio! 
Che per anni ho perpetuato la mia condizione di vittima dando la colpa a mia zia, a mia mamma, alla mia infanzia, a mio marito, alle mie figlie, al lavoro prima e al non lavoro dopo.
Che per tutta la vita ho cercato un salvatore in  amori, amici, terapeuti, meditazioni e medicamenti, persino nello sport, nella musica o nella lettura.

Sento però che ora, in questo momento storico della mia vita,  sono giunta ad un traguardo importante; che una parte di questo famoso quadro nell'universosi sta completando..

Nel libro "Fare pace con se stessi" Thich Nhat Hanh, maestro zen vietnamita poeta e pacifista, spiega alcuni metodi per aiutare a tranquillizzare il bambino interiore che vive dentro di noi.

La piccola me impaurita ed arrabbiata sta iniziando a mostrare le sue emozioni sapendo di poter contare su una Marta che, finalmente adulta, sta imparando a spronarla con amore e compassione senza giudicarla troppo.

Si tratta di un processo lungo e lento che però sta portando dei grandi benefici.
Sento che quel ghiaccio che c'era dentro di me un pò per volta si sta sciogliendo, che piano piano "stiamo" guarendo.

Paola mi ha dato i suoi rimedi: fiori di Bach, oligoelementi ed oleoliti.
Lei li ha testati sul mio corpo, sentendone l'energia e le vibrazioni.
Lui li ha scelti in base alle sue necessità.

Io mi apro con fiducia ed ascolto entrambi in quest'attimo di alba compresa tra una caduta e l'altra; certa che la fine si sta avvicinando sempre più.

"Tutti, una volta o l'altra, possiamo aver sentito che il solo modo per sopravvivere era quello di bloccare le nostre sensazioni e le nostre emozioni, in modo da non essere più feriti. Se la nostra sofferenza è particolarmente profonda, possiamo perfino cercare di nasconderla a noi stessi. Ciò ci può raggelare, irrigidire, poiché in cuor nostro sappiamo che una lieve scalfittura nel ghiaccio libererà la ferita, ed essa tornerà a farsi sentire. Le lacrime a tinta arcobaleno che scorrono sul volto della figura, nascondono la chiave per spezzare questo isolamento gelido. Le lacrime, e solo le lacrime, hanno il potere di fondere il ghiaccio. Piangere va benissimo; non c'è ragione di vergognarsi delle proprie lacrime. Piangere ci aiuta a lasciar andare il dolore, ci permette di essere gentili con noi stessi, e alla fine ci aiuta a guarire." (Osho)

giovedì 26 luglio 2012

Al lavoro!


"E' tardi è tardi" dice il Bianconiglio.

No, non è tardi, ma è semplicemente ora di smetterla di piangersi addosso e di darsi una mossa.

 "Chi è venuto al mondo come lei ha una vita tutta in salita"
"A un carattere forte, ma è priva di energie"

Certo che ho le pile scariche lo so anche io.
Luciana stessa ieri, nel corso di un massaggio shiatsu, me l'ha confermato...
Mercoledì farò una scappata dalla naturopata per fare un punto sulla situazione e vedere che cosa mi può realmente aiutare.

Uno stacco da tutto-  figlie, lavoro, pensieri e città- sarà sicuramente essenziale.

Il mare della Normandia è stato proprio pensato per questo, anzi, la sua informazione è giunta mentre ancora eravamo in Austria.
" Lascia andare- dice l'acqua -Stai leggera e lascia andare"

Lo dice anche Paolo Fox nei suoi oroscopi: agosto è tempo di relax, la ripresa da settembre, ma....delle cose sono da fare ora.

"Voglio andare a casa, ma casa dov'è?"- mi sono ripetuta per un'intera mattina come un mantra in quei giorni di permanenza a Bologna.
L'ho detto anche alla mia amica A. mentre attaccate al telefono parlavamo fitte nelle mie camminate verso l'ufficio di "Qua e là" sotto i portici di via Mazzini.

"La casa è dove posso stare in pace con me".
Non ho ancora ben deciso che cosa farò della nostra vita, mia e delle bimbe, ma una cosa l'ho chiarita: questa casa non regala pace.

E' come un paio di scarpe strette, un vestito che ti starebbe ancora bene, ma che non ti senti più.
E' qualcosa che appartiene ad un'altra persona, frutto di un'eredità che non voglio più.

"Voglio andare a casa, ma casa dov'è"
E' in qualsiasi posto in cui posso stare leggera e rilassata in compagnia delle mie figlie.
Come una poltrona comoda che, soffice, si conforma al tuo fondoschiena.

"Voglio andare a casa"
E anche se non ho ancora deciso dove sarà fisicamente casa so che comunque non sarà più qua.

La prossima settimana avrò appuntamento anche con l'agente immobiliare per formalizzare la situazione.


Il lavoro sta prendendo forma.
Insieme all'amica "Chiacchierina" stiamo definendo l'idea che ci frulla in testa.

Martedì ci troveremo con l'esperto per capire come possiamo metterla in pratica.
Le linee guida per creare la nostra "Associazione di servizi".
Dal babysitteraggio, alle ripetizioni, dalle pulizie ai laboratori per le feste, dai corsi di maglia agli incontri per il baratto...
Tante le idee.
Nessuna sede fissa.
Grandi le opportunità di espansione anche oltre i confini locali.

Molti i contatti da prendere...
Primi tra tutti qualcuno in grado di creare un database per mettere in contatto domanda ed offerta.

Il grosso del lavoro è ovviamente rimandato a settembre, ma .... questo concetto, astratto come la matematica, va delineato almeno nei suoi contorni.

Alcuni appuntamenti per settembre sono già stati fissati:
- La giornata del baratto prevista per il 29 settembre necessita l'individuazione delle cose che si possono eliminare da casa anche a fronte di uno scambio a fondo perduto
- L'incontro con il regno dei talenti e fissato per il 14 settembre ed anche in quell'occasione vorrei proporre alcuni oggetti da vendere a fronte di pagamenti in talenti.
- Le operazioni pre-trasloco sono sempre lunghe e complesse e ...prima si inizia meglio è.

Naturalmente a tutto questo si aggiungeranno le normali attività quotidiane: scuola, ginnastica, trasferimenti da e verso l'Emilia.... :)
Nell'attesa di trovarmi homeless continuerò ad usufruire dell'enorme spazio di casa per organizzare le mie attività.

Sono ottimista.
Il mare ricaricherà le pile.
La prospettiva di grandi cambiamenti porterà nuovo entusiasmo.
L'innumerevole quantità di cose da fare toglierà tempo alla mente ed al corpo per dedicarsi ai riempimenti ed agli svuotamenti del mio povero e provato stomaco.

Per ora una cosa è certa....prima ancora che arrivi la prossima settimana con tutti i suoi appuntamenti è giunta di alzarmi dal divano darmi una lavata ed iniziare a preparare quanto necessario.

Oggi pomeriggio, zaino in spalla, 4 ragazze prenderanno un treno e traslocheranno verso il paese di tigelle e gnocchi fritti...

D'altro canto siamo a Torino da ben 4 giorni e, come dicevano i ragionieri Colabona e Guardalavecchia in un famoso film con Totò e Peppino, "Chi si ferma è perduto!"

giovedì 19 luglio 2012

Eh già


L'ho già scritto, lo so, ma Mike Dooley ne "La Magia di Cambiare le Cose. 7 passi per catturare la forza segreta dell'universo"  sostiene che quando non si sa bene che direzione prendere, che cosa si vorrà fare da grandi, che cosa vogliamo esattamente che ci arrivi dalla vita l'unica cosa importante è non stare fermi!

"Quello che dovete fare è limitarvi a lanciare schizzi di vernice sui muri in modo del tutto casuale ed illogico certi che l'universo provvederà, come per magia, ad unire tutti i punti creando un quadro meraviglioso la cui bellezza vi giungerà solo al termine del lavoro."


"Torna alle origini" mi ha detto il fiume.
Mi rendo conto solo ora che in questi due anni ciò che sta accadendo è proprio quello...


"Sei una donna estremamente coraggiosa- mi dice Mr. Wasosky domenica sera al termine di una giornata trascorsa in spiaggia- ma sei una Donna, sei una mamma...lascia libera quella bambina che soffre dentro di te." 
Lui counselor da diverso tempo mi conosce da ormai due anni.
A lui qualche volta ho chiesto consigli pratici, con lui sento un felling ed un legame particolare.
Noi, accomunati dallo stesso segno zodiacale, ma soprattutto da un percorso di sofferenza e di crescita molto simili.
E' la prima volta però che mi parla così apertamente.
Mi stupisce.
La mia sofferenza e la mia rabbia sono palpabili dice, ma "Sento che sei in dirittura d'arrivo".


Lo sento anche io.
E' solo che ogni volta che sto per essere risucchiata dentro di me lotto e mi dimeno perpetuando dinamiche di sofferenza e di autodistruzione.


Sono stanca, stravolta eppure tutte queste cadute sono necessarie per acquisire delle consapevolezze ulteriori, lo so, lo sento...

Tutto ciò ha dell'illogico...
Ma quando mai si è vista una pallina da billiardo che, sul punto di cadere in buca, tira fuori arti, unghie, denti, artigli e, aggrappandosi al tappeto verde, urla con tutta la voce che ha in gola "NON CI VOGLIO ENTRARE LA' DENTRO, HO PAURA!!" "


Alla fine però in quel buco nero ci sono caduta.
Unghie ed artigli non hanno più tenuto.
Un dolore atroce prima, una pace meravigliosa dopo.

"Sei una donna coraggiosa"- mi ha detto domenica Wasosky.
"Il vero coraggio è decidere di vivere"- scrive Michela Marzano nel suo libro "Volevo essere una farfalla" in cui racconta la sua storia di donna, la sua vittoria sull'anoressia.


Un bambino è un bambino, si lancia con fiducia verso l'esterno.
Un adulto impaurito è invece una prigione per quel bimbo che gli sta dentro.


Ogni volta che ingurgito cibo metto a tacere la piccola Marta che, disperata, urla  il suo dolore come può.
Ogni volta che metto a tacere lei impedisco a me di vivere.

Il seme è al sicuro, nascosto all'interno del suo duro involucro.
Il germoglio sarà estremamente fragile e i pericoli saranno immensi.
Eppure il seme  lascia cadere il rigido guscio e  inizia a muoversi.

"Non ha senso lottare contro le sfide della vita, oppure cercare di evitarle o di negarle. 
Esistono, e se il seme deve diventare il fiore, dobbiamo passarci attraverso. Sii coraggioso in modo da crescere e diventare il fiore che sei destinato a essere."
                                                                                                                                          (Osho)


Lunedì ho sperimentato la caduta negli inferi.
Certo, è stato doloroso eppure, come dice il grande Vasco, "Io sono ancora qua ...Eh già"



giovedì 12 luglio 2012

Paolo Fox

"Respira"
"Mi manca l'aria"
 "I pensieri diventano cose."


Sto andando alla stazione.
Sto tornando a Bologna.

"Respira"

"Mi manca l'aria"

Le parole dell'iridologa ancora nella mente:

"Qualche anno sereno e poi una nuova crisi....chi viene al mondo come lei si porta dietro un karma pesante, una strada tutta in salita"

"Respira"
 "Voglio felicità, equilibrio...non una nuova crisi!!"

"Ha un carattere forte, ma adesso non ha più energia. Deve raccogliere i cocci."

"Mi manca l'aria"

"E' depressa. Ansiosa. Si lascia prendere dagli eventi".
"Non sa che cosa fare della sua vita. Ogni tanto ci prova, ma poi si perde per strada"

"Mi manca l'aria."
"Respira, respira, respira...."

Arrivo ai binari.
Salgo sul treno.

Sto tornando a Bologna,
Ritorno da "Qua e là"
In quella città senza aspettative,
Che non ha un passato o un futuro.
Torno lì,dove l'unica cosa che conta è qui e ora, momento per momento.

Il respiro si distende.
Il nodo in gola scompare.

Torno giù, torno giù, torno giù!

Il viaggio di ritorno ha un che di magico attaccata al cellulare a messaggiare su fb con quell'Angelo arrivato per non farmi sentire sola, per aiutarmi a sbrogliare un pò di più questa matassa troppo ingarbugliata, almeno in quel momento di così poca lucidità.

"Guarda queste catene-mi dice- sono reali?"

No, certo, non lo sono, ma questo non mi impedisce di sentirmele fisicamente addosso, di percepirne la consistenza ed il peso.
Mi sento ferma.
Faccio un passo avanti.
Mi fermo.
Mi giro.
Torno indietro.
E alla fine mi ritrovo al punto di partenza.

"Sei proprio sicura di essere ferma allo stesso punto?"- domanda.

"La circolazione è pessima, le gambe pesanti. Il fegato non riesce a lavorare bene e mette in circolo tossine. La bile è spessa, c'è ancora rabbia"

Mi dà delle medicine omeopatiche da prendere, un'idea di dieta.

20 Minuti in tutto, forse anche meno.
Nessuna accoglienza dopo il massacro.
Torno a casa rischiando due incidenti per mancata precedenza.
La mia mente assolutamente priva di appigli.

Qualche anno felice e poi di nuovo una profonda crisi....raccolgo i cocci....senza energia...carattere forte, ma inesistente...
Nessun accenno ad una nuova vita, ad una svolta radicale.
Ogni tanto cerca di mettere mano alla sua vita ma poi si perde....

E' un attimo.
Apro la porta, mi dirigo in cucina ed apro il frigo.
Mezz'ora dopo sono piegata sul water.


"Fallita!"- mi ripete anche oggi la mia carnefice.
Mi sgrida.
Sorride con arroganza, sfottendomi:  "Non sai amarti e rispettarti. Non sai prenderti cura di te. Non sai nemmeno prendere delle decisioni!".


Mi sono scissa ieri in treno.
Con l'aiuto del mio Angelo ho potuto guardare con una obiettività crescente che in me esistono una moltitudine di sè: Piccola Marta, Marta mamma, Marta femmina e Marta donna.
Che ciascun lato di questo prisma sta lavorando per ritornare alla sua origine, alla sua essenza primordiale.
Insieme formano una squadra.
A volte chi è avanti torna sui suoi passi a prendere per mano chi è rimasto indietro.
Magari rimane immischiato nella situazione, intrappolato nelle sabbie mobili, nei tortuosi meccanismi della mente ed allora....
Allora arriva qualcuno o qualcosa dall'esterno.
Allunga una mano semplicemente e mi salva.


Ieri è successo proprio questo!

Questa mattina sono andata a correre.
Sottoposta al giudizio il respiro mi è mancato, l'ansia è tornata.

"VORREI URLARE"- ho detto ieri.

Vorrei urlare ai quattro venti la mia rabbia e  la furia del mio dolore, ma sono una bambina...
Il suono mi si blocca a metà e la gola inizia a dolermi a tal punto da rendere difficile la respirazione e l'ansia sale.


Oggi ho iniziato a depurare il fegato.
Uscita da questo studio a Bologna andrò a comprare le pastiglie che mi sono state prescritte.
Mi curerò come ha detto l'iridologa.
Dubito però che ritornerò mai da quella donna così fredda, così frettolosa e così asettica.

Venendo in centro sono entrata alla Feltrinelli.
L'occhio è caduto sul libro degli oroscopi di  Paolo Fox.

"Energia, forma fisica e grandi e radicali cambiamenti accompagneranno il segno del Capricorno da Settembre in un'Escalation che durerà almeno un paio d'anni."

Bene, direi che per ora mi fermo lì.
Dopodichè si vedrà.

martedì 10 luglio 2012

Pazienza

Essere in grado di aspettare il momento giusto è il nostro bene più prezioso. 
L'intera esistenza aspetta il momento giusto. 
Perfino gli alberi lo sanno - quando è tempo di fiorire e quando è tempo di far cadere le foglie ed ergersi nudi verso il cielo. Ancora conservano una loro bellezza in quella nudità, in attesa del nuovo fogliame, immersi in una fiducia profonda: il vecchio se n'è andato e ben presto arriverà il nuovo, e i nuovi germogli inizieranno a spuntare. 
Noi abbiamo dimenticato come aspettare: vogliamo tutto e in fretta. 
In silenzio e nell'attesa, qualcosa in te continua a crescere - il tuo essere autentico. 
E un giorno balzerà fuori e diventerà una fiamma, annienterà la tua personalità e sarai un uomo nuovo!
(Osho)


Siamo andati in campeggio vicino a Cervia nel fine settimana e, anche se il periodo del festival è passato da un pezzo, splendidi aquiloni hanno colorato per tutto il giorno il cielo sopra le nostre teste.

Circondata dall'acqua mi sono sentita rinata.
Nel saltare le onde sono tornata bambina.
Nel frequentare l'Emilia prima e la Romagna poi ho anche finalmente capito la differenza....la mia maestra delle elementari ne sarebbe commossa :))

"Torna alle origini" - il messaggio del fiume.

Torno alle origini.
Mi taglio i capelli e riprendo il controllo della mia volontà.
Ma questa volta c'è qualcosa di più.

Ripenso a molti dei post scritti in questo blog, quando dicevo che nulla mi spaventava.
Ripenso a quella Tomb Raider in carne ed ossa che combatteva contro tutto e contro tutti nel disperato tentativo di affermare se stessa di fronte al mondo.
Mi guardo con tenerezza.
Quanta energia dispersa...

Ho paura.
Lo grido ai quattro venti.
Lo ammetto pubblicamente.
Anzi, di più,
SONO TERRORIZZATA!!!!

Nel muovere i primi passi traballanti verso il mondo esterno l'Universo ha deciso di venirmi incontro.
Alcune verità si sono rivelate in modo talmente potente da farmi sentire disarmata di fronte alla loro ovvietà.
Altre stanno arrivando piano piano.
Tutte impongo cambiamenti radicali per me, per le bambine.
Alcune richiederanno il benestare di "Denim".
Altre metteranno in gioco anche "Qua e là".
La mia mente è un brulicare di idee.
Indomabile lavora indifferente di fronte ai miei tentativi di arginamento.
Un cavallo selvaggio.
Rifugge quegli impegni che mi spaventano.
Elabora quei pensieri che da tempo si presentano in forma di sogno a dimostrazione che il nostro inconscio semplicemente "giassà" che cosa è giusto per noi.
"E' tardi, è tardi!!" ripete il Bianconiglio dentro la mia testa.

"FERMATI!!"

Mi ordino.

Lascia che il fiume scorra seguendo il flusso della corrente.
Lascia che le stagioni seguano il loro corso.
Lascia che i fiori sboccino a tempo debito.
Sii paziente e con immensa gratitudine goditi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.

Si, però se non chiudo il PC perdo realmente il treno quindi....scappo :*
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