Alcuni mi sono piaciuti e mi hanno dato spunti di riflessione.
Ieri, leggendo questa frase sul diario facebook di un'amica sono rimasta .... "mah" e questo è ciò che ho scritto nel commento sottostante la sua condivisione.
Anche in questo caso, però, queste poche parole, combinate ad alcuni avvenimenti della giornata, hanno dato il via ad una serie di "elucubrazioni".
Giusto per riempire il tempo nell'attesa che il corriere mi consegni i libri richiesti e che le paperotte ancora calate tra le braccia di Morfeo si destino ve ne comunico qualcuna...so che ci tenete :)
Nel suo libro "A tu per tu con la paura" Krishnanda -psichiatra, laureato a Harvard all’Università della California, diventato poi allievo del maestro spirituale Osho- trattando il tema della co-dipendenza parla di 4 emozioni negative che albergano in ognuno di noi: rabbia, dolore, paura e vergogna sostenendo in particolare che la paura è il sentimento più antico poichè è quello "che l’uomo prova dalla nascita [....] un senso dell’abbandono che lo pervade sin dal taglio del cordone ombelicale."
E Thich Nhat Hanh- maestro zen vietnamita, poeta e pacifista, stato proposto nel 1967, da Martin Luther King, per il Premio Nobel per la pace- in "Fare pace con se stessi" scrive che la struttura secondo la quale ci rapportiamo alle realtà della vita di ogni giorno è composta da due uniche forze: l'amore e .... la paura!
Il già super citato Anthony De Mello, poi, nel suo libro "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo" parla di "abbarbicamento". Ci abbarbichiamo alle cose, al tempo, agli altri ... perchè in effetti abbiamo paura di perdere ciò che ci è noto.
E abbarbicandoci,
vivendo nella paura,
diventiamo co-dipendenti
e.... ci perdiamo!
Ci tradiamo e non sappiamo più chi siamo.
Chiediamo scusa per paura di perdere ciò che abbiamo di fianco e di rimanere soli.
Non rendendoci conto che, in questo modo, ci stiamo lasciando in mezzo ad un deserto senza acqua e senza cibo; che siamo già soli.
Abbiamo perso ciò che di più importante esiste al mondo: noi stessi e la nostra vera essenza.
Il nostro IO più profondo.
Ho vagato per i sentieri di queste montagne e nel respiro mi sono ritrovata.
La mia anima ha ricordato frammenti di vita cancellati.
Sola, all'età di due anni ho scelto di "morire" per continuare a "vivere".
Resettata la mente ed azzerato un passato doloroso ho ricominciato da zero.
"Istinto di sopravvivenza"-ha detto Chiacchierina
Può essere.
Non ha importanza.
Ho pagato a caro prezzo la scelta fatta a suo tempo.
Con essa ho perso me stessa.
Tradita la mia integrità mi sono ritrovata scissa in due.
Non sto cercando più di cambiarmi anche se su alcuni fronti faccio molta fatica ad accettarmi ed ancora mi giudico.
Però....sono così e così rimango, almeno fino a quando la consapevolezza non mi porterà a raggiungere nuove dimensioni.
"Lo so. Sono stronza, egoista, ho un carattere di merda e sono musona- dico a "Qua e là" venerdì sera nel corso di una discussione iniziata nel pomeriggio, contando quei difetti sulle dita della mano quasi ad elencarli meglio - E' una vita che me lo sento dire. Ma se questo per te è troppo chiudiamo qui; io non obbligo nessuno a stare con me".
Non c'è rabbia nelle mie parole, ma una grande serenità a dispetto delle lacrime che sgorgano copiose...non una grande novità in quest'ultimo anno.
Per me è una grossa conquista.
Improvvisamente, dopo aver osservato quell'ansia che saliva e quel giudice che mi condannava per non aver taciuto ed aver fatto scoppiare una bomba che avrebbe anche potuto rimanere inesplosa; trattenendo a stento l'istinto di correre a giustificarmi, mi sono resa conto che, se anche fossi tornata a Torino con una situazione sentimentale modificata, non sarei comunque morta e che anche le bambine, sebbene dispiaciute, se ne sarebbero fatte una ragione...
Dui fatto "Io" sono "Io".
Nessuno può darmi o togliermi niente.
Sono come un albero che, nel fitto della foresta, conserva comunque la sua chioma e le sue radici.
Sono l'amichevolezza di Osho:
"Non dipendi dagli altri e non rendi gli altri dipendenti da te.
Allora si tratta sempre di amicizia, di
amichevolezza.
Non diventa mai una relazione, ma sempre un essere in
contatto.
Dialoghi, condividi, ma non crei un matrimonio.
Il matrimonio è
frutto della paura, il dialogo è frutto dell'amore.
Condividi: fino a
quando le cose vanno bene, condividi.
E se vedi che è venuto il momento
di separarsi perché i vostri sentieri si separano a un crocevia, dì
addio all'altro, con profonda gratitudine per tutto ciò che è stato per
te, per tutte le gioie e i bellissimi momenti che avete condiviso.
Senza tristezza, senza dolore, vi separate, semplicemente.
Anche se tengo molto a questa relazione, non ho chiesto scusa.
Penso che la parola"orgoglio" sia stata coniata dagli esseri umani per giustificare la paura di essere feriti, annientati ed uccisi.
"L'amore può essere molto crudele a volte"- ha detto De Mello.
"Non c'è crescita senza crisi"- ho sentito dire domenica sera in un'intervista a Roberta Carreri dell'Odin Teatret di Eugenio Barba.
Forse chiedere scusa a qualcuno per aver detto o fatto qualcosa che l'ha urtato può servire a tenere calme le acque per un pò.
Forse può farci sentire sicuri e al riparo, ma di fatto non ci fa muovere di un passo.
Ecco, nel leggere quella frase ieri mattina questi sono i sentimenti che si sono mossi.
Il pensiero che le persone abbiano bisogno di annullarsi dietro agli altri mi fa sentire come l'incredibile Hulk nell'atto della sua trasformazione.
"Svegliatevi!!- vorrei gridare- siete VOI che valete non gli altri! Non delegate, non delegatevi e non imprigionatevi. Ascoltatevi, ascoltatevi, ascoltatevi!".
[...]E quando poi
davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale
prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con
la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei
venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta
ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti
parla, alzati e và dove lui ti porta.
prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con
la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei
venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta
ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti
parla, alzati e và dove lui ti porta.
(Susanna Tamaro)
Nessun commento:
Posta un commento