Incattivita, delusa ed amareggiata. Stufa di sentirmi impotente di fronte ad una decisione che non condivido, non tollero e non capisco ho deciso di scrivere una lettera di protesta a "Specchio dei Tempi" sul quotidiano La Stampa. Forse non otterrò nulla, ma almeno avrò fatto sentire la mia voce.
Questa è la lettera:
"Sono una mamma arrabbiata ed amareggiata dall’abuso di potere dimostrato dalla direttrice delle scuola materna xxx di Torino.
Mia figlia terminerà il percorso scolastico dei tre anni quest’anno. A settembre la più piccola comincerà la materna nella stessa struttura. Ho sempre pensato che all’una sarebbe succeduta l’altra dando luogo a quella continuità che avrebbe tutto il diritto di esistere, che in molte scuole è una regola, in quella classe che lei frequenta al mattino da sempre anche se solo per 10 minuti, con quelle maestre che conosce e che la conoscono; che io conosco e che mi conoscono, con le quali ho un bel rapporto e nelle quali nutro piena fiducia. Qualche giorno fa ho partecipato alla riunione per la presentazione delle classi piena di aspettative, ma ho subito una delusione: la mia bimba non prenderà il posto della sorella perché la direttrice ha deciso che ogni “fratello minore” dovesse provare una nuova esperienza, un nuovo percorso con nuove maestre.
Alcuni genitori, al termine della riunione, hanno chiesto spiegazioni, ma non ne hanno ricevuto risposte che avessero un senso, un motivo oggettivamente valido che motivasse tale decisione se non l’ottusità e l’ingnoranza di una persona che ha deciso di utilizzare il suo potere senza avere alla base figli o esperienze personali.; una persona che non parteciperà attivamente all’attività quotidiana perché la sua presenza si limiterà alla partecipazione a quelle poche riunioni scolastiche che avranno luogo durante l’anno.
Mi chiedo come mai nella scuola elementare sia possibile segnare la preferenza di una classe piuttosto che un’altra, come mai se un bimbo ha un fratello/sorella maggiore frequentante una sezione chi segue avrà un punteggio aggiuntivo se presenterà domanda per entrare nella stessa sezione; mentre nella scuola in questione non solo ciò non è possibile, ma addirittura il dirlo genera l’effetto opposto e la certezza che in quella sezione sicuramente il proprio bimbo non entrerà.
Ad ogni riunione la “simpatica signora” ricorda che la scuola inizia con l’inserimento non solo del proprio figlio, ma dello stesso genitore che deve imparare a conoscere quelle maestre alle quali affiderà il proprio bimbo per tutto il giorno. Mi chiedo allora: “Se il mio inserimento è già stato fatto, perché farmene fare un altro con maestre che non conosco?” Non dovrebbero essere proprio genitori e insegnanti a decidere che se in quella classe, con quelle maestre e viceversa con quei genitori ci si è trovati bene si vuole, si può e si deve poter ritornare?. Qual è il risultato di una simile decisione se non quella di avere genitori delusi, amareggiati ed arrabbiati che, a discapito dei loro figli, l’anno successivo magari li sposteranno di struttura? Non sarebbe suo compito quello di cercare di creare un ambiente armonico in cui tutti, genitori, bambini e insegnanti, sono contenti e certi di essere ascoltati nelle loro richieste? Non è lecito esigere delle risposte esaurienti da parte di chi dovrebbe essere in grado di darle e se queste risposte non arrivano pretendere che le loro aspettative non vengano disattese?"
Che ne pensate?
7 commenti:
che hai fatto benissimo a scrivere!
davvero assurda questa cosa!!! e come dici tu assolutamente controproducente!
Sono assolutamente favorevole alla continuità familiare, anche e soprattutto perché le maestre d'asilo che mi sono capitate col primo bambino sono eccezionali e mi sento molto in sintonia con loro.
Così ho fatto pressioni perché il secondo capitasse nella stessa sezione e sono stata accontentata, anche perché questa è la politica della scuola.
Però so che non è così dappertutto: ci sono scuole in cui appositamente si cambia la sezione ai fratelli. Credo che dipenda dalla dirigenza. Infatti sono un po' preoccupata, perché vorrei che anche la mia terza bambina avesse le stesse maestre, ma siccome l'attuale dirigente nel frattempo andrà in pensione, non so se verrò nuovamente accontentata.
In bocca al lupo!
Forse è un modo per garantire un ricambio poiché penso che sicuramente a scuola si saprà quali sono le maestre "più brave" e magari tutti vorrebbero avere quelle! Io ancora non ho intrapreso le problematiche della scuola materna, ma mi tufferò in settembre... speriamo bene!
La lettera è scritta molto bene.
Spero che ti aiuti a risolvere un pochino le cose... Intanto non hai taciuto ma comunque esposto il tuo disagio e questo già è positivo
Sono con te!
Hai tutte le ragioni per pretendere ciò che è più sensato e opportuno per le tue figlie.
Forse chi ti ha dato quella risposta non si rende conto che comunque per tua figlia sarà un'esperienza nuova, ma agevolata nelle problematiche che spesso si possono incontrare (l'inserimento) dal fatto che la sintonia tra maestre già conosciute e genitori la bimba le percepirà come una sicurezza. E sarà più tranquilla anche lei ad affrontare questa bellissima ventata di novità nella sua vita.
..Oddio, a volte mi sembro una psicologa... in realtà sono solo mamma con tre esperienze! Ed è anche per questo che mi son fatta l'idea che la direttrice non abbia figli.
Non c'è una psicologa nella struttura da interpellare da cui (in teoria) dovresti ottenere solo supporto alle tue ragioni?
Tieni duro.
Wonder
ciao...sono un educatrice di nido, e trovo un comportamento destabilizzante ed inutile quello di questa direttrice che come dici tu...nn ci sarà mai, noi ad esempio al nido...ove possibile cerchiamo di lasciarla questa continuità che è una perla preziosa ogni anno...mi spiace che ci siano persone cosi superficiali, spiac
@S@R@: il tuo intervento mi ha fatto molto piacere. Come ti ho scritto via mail il fatto di essere appoggiata da chi svolge questa professione e vive questa realtà nelquotidiano mi rinfranca. Ho scritto alla COOGEn per sapere a chi dobbiamo, noi mamme colpite, inoltrare le nostre proteste. Perchè non voglio limitarmi ad un articolo su un quotidiano, perchè voglio evitare che altre famiglie rimangano deluse come sono stata io. Oggi mi sono imposta di smettere di piangere e di accettare, ma non mi rassegno. Voglio ed esigo essere ascoltata, voglio ed esigo delle risposte. Poi evidentemente, come dice mio marito, non è la morte di nessuno, ma ....
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