giovedì 7 giugno 2012

La vita è adesso



 "La vita è adesso" cantava Claudio Baglioni.
Era il 1985 e io frequentavo i primi anni delle superiori.

E' martedì pomeriggio, sono a scuola e una delle mie figlie si sta esibendo con i suoi compagni in una lezione aperta di musica.
La guardo, è in piedi di fronte a noi.

Alta, snella, il viso armonico, i capelli che le si raccolgono lungo il viso in boccoli biondi.
Quei due incisivi superiori che non si decidono a crescere.
Sorridente, apparentemente sicura anche se dentro certamente piena di "emozionata agitazione".
Recita la sua parte; quelle 4 righe ripetute a casa fino allo sfinimento di fronte a tutte noi.
Poi ritorna nel gruppo e con i suoi compagni ricomincia a cantare.

La osservo, è una delle più alte della classe, più alta anche di sua sorella maggiore.

E all'improvviso, come se mi fossi risvegliata da un sonno profondo che mi aveva impedito di vederla per secoli; avvolta dall'immensità di questo sentimento, commossa piango.


"La vita è adesso
nei pomeriggi appena freschi
che ti viene sonno
e le campane girano le nuvole
e piove sui capelli
e sopra ai tavolini dei caffè
all'aperto
e ti domandi incerto chi sei tu
sei tu sei tu sei tu
Sei tu che spingi avanti il cuore
ed il lavoro duro
di essere uomo e non sapere
cosa sarà il futuro."

"Chi sei tu" e "Cosa sarà il futuro" ....

Che paura e quanta ansia creano queste domande eppure per quanto tempo ho continuato a pormele ostinatamente oscillando tra il peso di un passato pesante ed di un futuro del tutto aleatorio.
Non mi rendevo conto che nel mezzo perdevo la cosa più importante: la consapevolezza che "la vita è adesso".
Che è "qui e ora" in uno spazio che non ha tempo, confini o forme; è nel quieto silenzio della mente; nel respiro che entra e che esce e che dà la vita; nel sentire i piedi che toccano la terra mentre sono per strada.

E' la capacità di fermarmi e di ascoltare le emozioni che mi attraversano il corpo e di carpirne il messaggio, perchè so che lui non mente mai.

E' la capacità di vedere con occhi nuovi il meraviglioso paesaggio che avvolge da più di due anni la mia corsa mattutina: il sereno fluire del fiume, i colori, i profumi e la semplicità con cui la natura esiste, senza pensieri, senza elucubrazioni mentali in perfetta armonia con la se stessa e col tutto.

E' la voglia di vivere come un bambino perchè il tempo, lo dice anche Einstein, è relativo.

E allora ricordo la fine di questa canzone e con essa la leggerezza e le risate di quelle corse in motorino con quel tal Fabrizio che tanto mi piaceva:

"Sei tu che porterai il tuo amore
per cento e mille strade
perché non c'è mai fine al viaggio
anche se un sogno cade
sei tu che hai un vento nuovo tra le braccia
mentre mi vieni incontro
e imparerai che per morire
ti basterà un tramonto
in una gioia che fa male di più
della malinconia
ed in qualunque sera ti troverai
non ti buttare via
e non lasciare andare un giorno
per ritrovar te stesso
figli di un cielo così bello
perché la vita è adesso 
è adesso
è adesso"

2 commenti:

Loredana Gasparri ha detto...

Vivere nel qui e ora è una delle cose più difficili che abbia dovuto imparare in quest'anno. E dico dovuto, poiché ne andava della mia salute mentale. Ma quando ti riesce, sembra che niente ti sia precluso!

3bin3a ha detto...

Si, bisogna toccare il fondo per davvero per iniziare a capire che quello è l'unico modo per vivere serenamente.
Diciamo che al momento ho dei momenti in cui riesco a stare nell'adesso e a mettere a tacere il ronzio di questa mente sempre in movimento, ma per lo più sto ancora arrancando...spero che le vacanze servano per dare la spinta di cui necessito!

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