Questa mattina, come sempre ho accompagnato le bimbe a scuola. Ho legato la bici e poi con C. siamo andate a prendere il caffè.
"M. non viene" mi ha detto.
Poi però, tempo di andare a prendere la bici, l'ho vista che insieme a C. la sua bimba e mia figlia stava andando in ludoteca.
Ha detto che non era dell'umore giusto, ma poi ci ha viste uscire dal bar ed ha pensato che fosse un segno del destino e quindi si è aggregata.
Sua mamma soffre di depressione da molto tempo. I suoi genitori sono separati e suo papà si è fatto una nuova vita in un'altra città. Lei si occupa della sua famiglia, dei suoi due bimbi e di sua mamma che però alterna momenti di dolcezza a momenti in cui è incattivita, ingrata, in cui le urla in faccia, in mezzo alla strada, davanti ai bambini, delle cose tremende.
Questa mattina è stato uno di quei momenti.
L'ho vista estraniarsi ad un certo punto ed è bastata una carezza, un semplice "Come va?" sussurrato perchè rimanesse tra me e lei per tirare fuori la sua amarezza, la sua tristezza, la sua stanchezza.
Di fronte al suo dolore mi sono sentita di tirare fuori anche il mio, spesso taciuto, mascherato dai sorrisi e nascosto nella gioia che quotidianamente provo nel guardare la mia famiglia.
La storia di una figlia non figlia, della figlia di nessuno.
Ceduta dai miei genitori naturali a 2anni e mezzo agli zii e richiesta indietro dopo tre anni, quando la mia famiglia era diventata un'altra. Ricordo le visite dallo psicologo infantile che mi faceva fare un sacco di disegni, ricordo il dolore nello scoprire che non ero uscita dalla pancia di quella donna che chiamavo mamma, ricordo quel signore trascinato via dalla polizia mentre urlava come un pazzo, ricordo le raccomandazioni perchè tutta la storia venisse tenuta segreta di fronte a tutte le mie amiche, ricordo un'infanzia stupenda, piena d'amore e di vizi.
L'infanzia però lascia il posto all'adolescenza e l'adolescenza alla ricerca della propria individualità, ai conflitti, al distacco da quelle persone che prima erano l'unico fulcro del nostro piccolo mondo.
Nel mio caso l'adolescenza ha segnato l'inizio della fine.
Non mi sognerei mai di rinfacciare alle mie figlie i sacrifici che stiamo facendo per loro. Non sono loro che hanno chiesto di venire al mondo, siamo noi che le abbiamo volute anche se non perfettamente consapevoli che ciò non avrebbe portato solo gioie ma anche tanta fatica.
E allora perchè, mi chiedo io, rinfacciare a me, che non avevo chiesto nulla, di essere stata tolta dalla melma (anche se le testuali parole sono ben diverse)? Perchè ricordarmi, nei momenti peggiori, che ero proprio uguale a mia madre o a mio padre? Ma come mio padre e mia madre non erano le persone con le quali vivevo da n anni?
Ho due cognomi. Uno della mia famiglia di origine ed uno della mia famiglia adottiva. Per lungo tempo hanno rappresentato la non appartenenza nè all'una nè all'altra famiglia. Alla prima perchè praticamente non la conoscevo, alla seconda perchè mi dimostrava in 1000 modi diversi di non volermi realmente per quello che ero. Hanno puntato sulla riconoscenza per diplomi e lauree conseguite, per i soggiorni all'estero che ho potuto fare, per tutte quegli agi materiali che però in qualche modo mi sono dovuta sudare con sottomissione, mettendo da parte il mio orgoglio, la mia personalità, il mio IO.
L'anno scorso mio padre sarebbe stato in grado di chiudere la porta in faccia a sua "figlia", in grado di chiudere ogni tipo di rapporto per quel doppio cognome. Mio marito l'ha bloccato sulla porta il giorno del mio compleanno cercando di farlo ragionare. E' tornato sui suoi passi, ma tutto ciò in me ha aperto l'ennesima incurabile ferita.
Non parlo più del passato. Ho deciso di buttarlo alle spalle per amore delle mie figlie, perchè loro hanno il diritto di vivere i loro nonni senza il peso del mio passato. Quei nonni assenti, che riescono anche a stare mesi senza vederle a meno che non sia io ad andarli a trovare, che si dimenticano di fare loro gli auguri per il compleanno, ma che a parole hanno "Tanta voglia di vedere le bambine".
Figlia di nessuno, la mia unica famiglia è quella che sono riuscita a costruirmi in questi 10 anni.
Quanlche anno fa ho ripreso i contatti con una delle mie sorelle. Ora le mie figlie hanno anche degli zii da parte di mamma e 4 splendide cuginette che purtoppo vedono di rado perchè abitano lontano. Un pezzo del mio cognome ha trovato, almeno in parte, una sua correlazione.
Spero di essere una madre migliore, spero di non sputare in futuro su di loro la stessa melma che ho dovuto subire io "per il loro bene" come ricorda spesso mia madre (ed il dramma è che lo crede veramente).
Ecco. Ora il segreto è rotto e tutti sanno. Anche quelle poche compagne delle elementari che leggono questo blog.
Ecco ora la mia amarezza, la mia tristezza, la mia delusione sono nero su bianco di fronte a tutti voi.
Ecco ora la mia promessa è fatta ed è che MAI nella mia vita vorrò seguire quel modello perchè di tutto ciò che ho ricevuto le parole che mi sono state dette rimarranno nella mia mente e nel mio cuore come pugnalate pronte a sanguinare per sempre.