venerdì 28 ottobre 2011

Novembre



Novembre sarà diverso.
Lo so, lo sento.

Lo so perchè quelle parole ieri mi sono scivolate addosso con la consapevolezza di chi sa che non è così.
Che il mio dovere non è morale.
Che il mio compito è quello di stare vicino a chi ne ha bisogno lasciando libero di vivere la vita come meglio la concepisce chi invece aiuto non vuole o, meglio, lo vuole solo a suo comando e piacimento.

Lo so perchè quei personaggi che sono apparsi in tutte le mie meditazioni fino ai primi di agosto sono scomparsi tutt'ad un tratto, così com'erano apparsi.

Lo so perchè nella seduta shiatsu di mercoledì per tutto il tempo ho avuto visioni di tavole apparecchiate e di ricette preparate consapevole che proprio questo mio lavoro sarà la mia salvezza.

Lo so perchè ieri ho chiamato la mia mamma ed il moto d'amore che si è mosso dentro è stato una sorpresa anche per me. Avrei voluto solo dirle "Ti voglio bene"... non gliel'ho detto. L'ho ascoltata raccontare le sue cose. Chiedermi senza rabbia, rancore, vittimismo o altro di andarla a trovare "Quando puoi", di portarle a conoscere le sue nipotine...

Lo so perchè subito dopo ho chiamato la mamma-zia che piange e si dispera.
Che con il suo vittimismo riesce a far sentire in colpa anche le mie figlie in soli 2 minuti di telefonata.
Che non lo fa apposta, ma che rappresenta una presenza negativa per chiunque, anche per quell'uomo che l'ha accompagnata, sostenuta, tradita ed accudita per ben 50 anni.


Lo so perchè per lei non provo rabbia solo indifferenza.
Lo so perchè nella bilancia dei pagamenti ognuna di noi ha dato ed avuto.
Lo so perchè la lucidità di quell'uomo che nella sua malattia mi definisce non sua figlia, ma sua nipote mi dà un'immensa sensazione di leggerezza; il sollievo della verità.

Lo percepisco da questi pomeriggi pieni di amichetti, di esperimenti in cucina, di collaborazioni culinarie e non.
Lo sento in questa mia voglia di vivere la "mia famiglia".
Di riempire la casa di gente.
Di socializzare.
Di fermarmi.
Di ascoltare ed ascoltarmi.

Lo so in questa sorta di leggerezza che caratterizza ogni istante della mia vita anche se pesante.
Lo so anche mentre accendo un'altra sigaretta o cado nel tranello dell'abbuffata.
Lo so in quella mia voglia di stare insieme a "qua e là", di ridere e scherzare.
Di improvvisare giornate, momenti ed istanti.
Di viverli nell'assoluta totalità della loro essenza.

Lo so anche mentre, con la testa china, vivo l'ennesimo sforzo sovraumano di eliminare tutto ciò che mi farà prendere anche solo un grammo di peso.

E non so perchè lo so.
Ma LO SO perchè semplicemente lo sento, ci credo.
E semplicemente lo voglio!

martedì 11 ottobre 2011

La legge dell'attrazione

Circa un anno e mezzo fa avevo espresso dei desideri e raccolto le immagini in un quaderno, come suggeriva di fare polly.
Dei miei desideri ne avevo parlato in questo post.

Nel corso di questo periodo si sono avverati praticamente tutti (più o meno).
- In casa sono riuscita a fare qualche lavoro, anche se parecchie cose sarebbero ancora da sistemare....un pò per volta....con estrema pazienza (????).
- Ho trovato l'ammore, non quello con la "A" maiuscola. Vista l'età e le esperienze di vita non credo più nel principe azzurro, e penso veramente che camminare sulle proprie gambe senza appoggiarsi a pieno carico su chi ti sta di fianco sia un dovere e fonte di grande soddisfazione, ma ... questa persona c'è e piano piano mi ha aiutato a tirare fuori la parte femminile che è in me e non sto parlando di forme :))
- Il vecchio carcassone ha lasciato il posto ad un'auto nuova di pacca. La nostra Dacia Logan 7 posti, gpl, bianco ghiaccio è semplicemente "bellissssima" e ne siamo tutte e quattro estremamente innamorate!!!

Fino a settembre il punto dolente era ancora il lavoro e su quello sapevo di dover puntare le mia attenzione.
Per sentirmi gratificata come persona; per sentirmi completa, non solo donna, non solo mamma, ma anche "imprenditrice" (urca che parolone!!!!); per rendermi finalmente indipendente dai soldi di "denim" e di "mamma-zia".
La fiera di "guida bimbi" ha portato tutto questo.
Sono giorni, settimane frenetiche.
Ho dovuto rispolverare l'agenda tascabile per segnare nomi, date, appuntamenti ed orari.
Il mio corso di cucina per adulti uscito in promozione ieri su letsbonus ha all'appello 30 iscritti...mai l'avrei pensato.
I miei laboratori di cucina per i bimbi sono strabordanti di richieste...mai mi sarei sognata di dover dire "Mi dispiace è tutto completo".
Le persone mi chiamano e mi scrivono dicendo "Che bella idea!!Mancava proprio una cosa di questo tipo!!"
Sono stata contattata dalle scuole per andare da loro, da associazioni per le famiglie per creare qualcosa con loro....
Vado a dormire la sera stravolta, ma contenta e sono anche più serena in casa malgrado l'estrema stanchezza.

Recentemente mi hanno prestato un libro (che leggo a spizzichi e bocconi soprattutto in bagno :/ ).
Si intitola "Il denaro e la legge dell'attrazione" di Esther e Jerry Hicks.
Sono solo all'inizio, ma il presupposto di per sè è già estremamente chiaro:

"Ogni essere umano ha la capacità di trasformare ogni sfida in forza salute ed abbondanza. Grazie alla legge dell'attrazione ogni richiesta rivolta all'universo viene esaudita; ma perchè ciò avvenga occorre volerlo intensamente, occorre cambiare il modo di pensare ed affrontare la realtà (...) Quando siete invasi dalla frustrazione o dalla paura di non avere le capacità per affrontare una situazione, le opportunità che vi permetterebbero di affrontarla al meglio continuano a sfuggirvi...non perchè siate cattivi o non ve lo meritiate, ma perchè la legge dell'attrazione unisce i simili, non i dissimili. Quando vi sentite poveri possono arrivarvi solo cose analoghe alla povertà; quando vi sentite prosperosi avrete solo cose analoghe alla prosperità. La legge dell'attrazione è coerente: si riceve l'essenza di ciò che si pensa".

Il libro dei desideri proposto a suo tempo da polly mira proprio a questo: pensa fortemente a ciò che vorresti. Scrivilo, ritaglia delle immagini, incollale su un quaderno, ogni tanto guardale e concentrati...su ciò che hai e intensamente vuoi...vedrai che un pò per volta lo otterrai!

mercoledì 21 settembre 2011

bimbi in fiera

Il 24 e il 25 Settembre.
A Torino al palazzo a vela.
Dalle 10.00 alle 19.30 due giornate, con ingresso gratuito, dedicate ai bimbi e ai loro genitori: seminari, attività sportive, animazione ... ci sarà anche lo stand di "paneburroezucchero". Vi aspetto numerosi per fare due chiacchiere insieme, per prendere visione delle nuove iniziative da me proposte, per degustare qualcuna delle mie specialità e per divertirvi con il laboratorio "Decoriamo con la pasta di zucchero".

lunedì 12 settembre 2011

Qui e Ora (mindfulness-parteprima)

Qui e ora.

E' un anno che ci lavoro su.
Con "Qui e ora" è nata la storia con "qua e là".
Che non doveva essere una storia.
Che lo è stata e che forse non lo è più.
O che forse lo è ancora nella libertà di non esserlo.

Con "Qui e ora" ho affrontato le vacanze estive.
Scegliendo day by day che cosa fare, come muovermi e dove andare.
Ascoltando me ed il mio cuore.
Mettendo a tacere il turbinio dei pensieri.
Le elucubrazioni della mente.

Con "Qui e ora" ho trascorso una bellissima giornata con "mamma-zia".
Qui a casa mia.
Con le ragazze.
Rimanendo concentrata sul presente.
Lontana dal rancore del passato.

Con "Qui e ora" affronto questo mese di settembre.
Oggi l'inizio degli incastri con la scuola.
Con gli allenamenti di Qui.
Il nuoto di Qua.
La danza di Quo.
La fiera di paneburroezucchero.
Le visite al papà-zio nella casa di cura nelle langhe.
La mamma-zia sola e più malata.
I problemi con i soldi.
Il menage quotidiano.
"Qua e là".
L'uomo Denim e la mia vita privata.

Affronto tutto un passo alla volta.
Per non lasciarmi prendere dall'ansia del "Non ce la faccio"
Del "Come faccio??"
Quell'ansia che genera nervoso e che riporta alla mente i pensieri negativi.
Che produce rabbia e rancore.

Quell'ansia che in fondo è inutile perchè in qualche modo lo so.
Alla fine ce la farò.
Piano piano.
Step by step.
Pensando solo ad oggi.
Qui e ora.

Hic et nunc

Ne parlano persino in kung fu panda.
Dell'importanza di restare sul presente.
Solo in questo modo lui riesce a trovare la pace interiore.
E solo allora tutto diventa realmente possibile.
Perchè solo da quel momento lui capisce finalmente "Chi è!"

"Se chiudiamo gli occhi e cerchiamo di stare nel presente, riuscendo a non rimanere invischiati in pensieri o in storie che appartengono al passato, o in riflessioni su ciò che faremo in futuro saremo in grado di accedere a quello spazio magico che è la nostra essenza.
Solo quando metteremo un freno alla valanga di pensieri che ci tormenta riusciremo a fare silenzio e ad ascoltare quella voce che non scaturisce dalla testa, ma dal cuore.
Solo quando abbandoneremo la nostra abituale tendenza a voler controllare tutto e a capire razionalmente ogni cosa che accade riusciremo ad avere fiducia e a lasciarci condurre al di là della nostra mente in un cammino di crescita che va dal razionale al possibile." ("Reinventarsi-la tua seconda opportunità per una nuova vita" Mario Alonso Puig)

domenica 11 settembre 2011

carcassone














E' stato l'amico fidato degli ultimi 21 mesi
L'auto che mi ha fatto sentire indipendente nell'immediato "dopo-separazione".
L'amore di mio papà.

E' l'auto che mi conduce da lui, sfrecciando a 140 in autostrada; tenendo la quinta anche ai 50 all'ora; emettendo strane vibrazioni e passaggi d'aria a volte anche piuttosto inquietanti.

E' l'auto che fino a poco tempo fa non sopportavo, che non vedevo l'ora di abbandonare.
Quella che mi ha svuotato il portafogli per la messa a punto prima delle vacanze.
Quella che fa litigare le bimbe ogni volta che si devono allacciare le cinture in un faticoso gioco ad incastri.

E' l'auto con il bagagliaio piccolo, con l'autoradio che non prende quasi nulla e la carrozzeria tutta devastata.

E' l'auto che ci ha portato in vacanza.
Da Torino al Trentino.
Dal Trentino all'Emilia.
E poi di nuovo a casa.
Nelle langhe in campeggio, dalle amiche in montagna, dai cugini in campagna...
E' quella in cui, alla fine sono sempre riuscita a far stare tutto.
Pur sudando e strepitando le peggio parole.

E' l'auto che domani porterò in demolizione.
Che lascia il posto ad una nuova vettura.
Bianca, 7 posti, GPL, con il lettore mp3 e la carrozzeria intatta.
Con i vetri posteriori che si possono aprire ed il bagagliaio ultra capiente.
Martedì la ritirerò.
Che emosssioneeee...

Eppure, pensando al carcassone ed al fatto che da domani pomeriggio non ci sarà più non posso fare a meno di sentirmi un pò triste.

So che rimarrà nel mio cuore ... almeno fino a mercoledì :))

venerdì 2 settembre 2011

Equilibrio e serenità

Essendo già avanti con gli anni, gli sovrano di un grande regno voleva essere sicuro che prima di lasciare il mondo terreno avrebbe trasmesso a suo figlio un'importante lezione. Dopo un susseguirsi di periodi difficili per il regno, le scelte del sovrano si rivelarono decisive per la stabilità del paese e la conquista della pace e dell'armonia.
Per qualche ragione, il giovane principe non capiva tutto ciò che il padre voleva trasmettergli.
"Padre, capisco che per te l'equilibrio sia molto importante, ma per me l'astuzia ed il potere lo sono molto di più".

Un giorno, mentre stava cavalcando sul suo destriero, al re venne in mente un'idea.
"Forse non serve a niente che a mio figlio io ripeta sempre le stesse cose. Forse ha bisogno di vederlo rappresentato".
Spinto dall'entusiasmo, il re convocò nel salone principale del palazzo le persone più influenti della corte.
"Voglio indire un concorso di pittura, il più grande ed importante che sia mai stato fatto. Ovunque nel mondo i banditori faranno sapere che il vincitore riceverà una straordinaria ricompensa".
"Maestà- domandò uno dei nobili- qual è il tema del concorso?".
"Il tema è la serenità e l'equilibrio. Vi darò soltanto un ordine-disse il re- Non esistono motivi per rifiutare un'opera, per quanto strana vi possa sembrare, anche se vi dovesse ripugnare".

I nobili se ne andarono, senza però aver capito appieno il senso di quell'insolita indicazione.
Arrivarono quadri meravigliosi provenienti da ogni parte del mondo conosciuto. Alcuni rappresentavano il mare in stato di quiete, altri erano cieli limpidi solcati dal volo si uno stormo di uccelli e guardarli dava una sensazione di calma, di pace e di serenità.
I nobili si entusiasmavano di fronte a quei dipinti così belli.
"Per il re sarà molto difficile scegliere il vincitore tra queste opere magnifiche".
Improvvisamente, provocando lo sconcerto di tutti, apparve un quadro stranissimo. Dipinto con tonalità cupe e scarsa luminosità. Rappresentava un mare agitato in piena tempesta, con onde gigantesche che si abbattevano violentemente contro le rocce scure di una scogliera. Il cielo appariva coperto da enormi nubi nere.
I nobili si scambiarono occhiate senza riuscire a credere a quello che vedevano, e un attimo dopo si lasciarono andare a battute e a risate.
"Solo un pazzo potrebbe presentarsi ad un concorso sulla serenità con un quadro come questo".
Stavano quasi per scagliarlo fuori dalla porta quando uno dei nobili intervenne: "Abbiamo un ordine a cui non possiamo venir meno. Il re ci ha detto che nessun quadro, per quanto strano, doveva essere rifiutato. Anche se non ne abbiamo capito il senso, è pur sempre un ordine del nostro sovrano e come tale non possiamo ignorarlo".
"Va bene- disse un altro nobile- però metteterlo in un angolo, così almeno nessuno lo noterà".

Arrivò il giorno in cui Sua Maestà doveva decidere il vincitore. Quandò entrò nella sala dell'esposizione, sul suo volto si poteva leggere una grande contentezza; tuttavia, man mano che passava in rassegna le opere, la sua espressione rifletteva una crescente delusione.
"Maestà, forse nessuna di queste opere vi soddisfa?"- chiese uno dei nobili.
"Sono molto belle, non c'è che dire. Ma a tutte manca qualcosa".

Il re era ormai arrivato alla dine dell'esposizione, senza aver trovato ciò che cercava, quando all'improvviso gli cadde l'occhio su un quadro abbandonato in un angolo.
"Cos'è quello, che quasi nemmeno si vede?"
"E' un altro quadro, Maestà".
"E perchè lo avete messo in un posto così appartato?".
"Maestà è stato dipinto da un pazzo e noi lo avremmo rifiutato, ma abbiamo obbedito al vostro ordine di accettare tutti i quadri che ci venivano proposti. Allora abbiamo deciso di metterlo in un angolo, così almeno non avrebbe compromesso la bellezza dell'insieme".

Il re curioso per natura, si avvicinò per vedere quello strano quadro, che effettivamente era difficile da interpretare. A quel punto fece una cosa che nessuno degli altri membri della corte aveva fatto: avvicinarsi ancora di più al quadro per osservarlo attentamente. Fu allora che, di colpo, la sua faccia si illuminò, e a voce alta disse: "E' questo il vincitore!"

I nobili si lanciarono occhiate, credendo che il re avesse perso la testa.
Uno gli chiese, timidamente: "Maestà, non abbiamo mai messo in dubbio i vostri giudizi, ma cos'è che vedete in questo quadro tanto da proclamarlo vincitore?".
"Non lo avete guardato bene, avvicinatevi".
Quando i nobili si avvicinarono, il re indicò qualcosa in mezzo alle rocce. Si trattava di un piccolo nido con dentro un uccellino appena nato. La madre gli stava dando da mangiare, ignorando completamente la tempesta che infuriava tutto intorno.
Il re spiegò che di trattava proprio di ciò che desiderava trasmettere a suo figlio, il principe.

"La serenità non ha nulla a che vedere con le situazioni ideali dipinte negli altri quadri, con il loro il mare calmo ed i loro cieli limpidi. La serenità è la capicità di tenere fissa l'attenzione, in mezzo alle difficoltà, su ciò che per noi è prioritario".

Questo racconto mette in evidenza che se noi dirigiamo la nostra attenzione su ciò che per noi è spiacevole e che è causa di disagio, su quello che sono le 'tempeste della vita', accumuleremo soltanto tensione e perderemo il nostro equilibrio personale. Se invece siamo padroni della nostra attenzione e decidiamo di focalizzarla su ciò che per noi conta di più in assoluto, allora la nostra mente, quando tutti gli altri si sentiranno smarriti , si conserverà lucida ed equilibrata.

[...]

Conclusione: Dove va la nostra attenzione, là andranno anche emozioni ed energie.
Laddove si porrà nostra attenzione, sarà tutto più vero! Anche per questo motivo bisogna allontanarsi da quelle persone che sono come buchi neri, capaci di sottrarre energia, efficienza e perfino salute. Persone che sembrano stare bene solo ricordandoci continuamente tutto ciò che va male nel mondo, tutto quello che non potremo mai ottenere e quello che c'è di imperfetto in noi e negli altri. Se si presta attenzione a queste persone, si finirà col vedere la realtà come loro. Forse è esattamente questo che loro cercano, per sentire di avere il controllo su altre vite, ma, potendo esercitare la propria libertà, questo sicuramente è ciò che nessuno vuole veramente!



(Mario Alonso Puig "Reinventarsi- La tua secondo opportunità per una nuova vita")

sabato 27 agosto 2011

Peppie

Guardo da lontano le mie tre peppiette che giocano con le loro nuove amichette in questo campeggio di Cuneo e ripenso a quegli anni cupi e tormentosi in cui il campeggio significava roulotte, significava corse avanti e indietro al bagno perchè non appena finiva una aveva bisogno l'altra, in cui distendersi a prendere un pò di sole era un miraggio...

Ci guardo ora autonome.
Nella nostra tenda di cui vado molto fiera.
Le osservo gestirsi in modo indipendente nei bagni del campeggio.
Mi penso ieri, distesa a prendere il sole sulla sdraio della piscina mentre loro nuotano e si tuffano facendo combriccola.
Mi vedo quotidianamente nella mia corsa mattutina mentre loro dormono ancora avvisate che se si svegliano e non mi trovano vuol dire che starò arrivando di lì a poco.
A volte dormono ancora.
Altre mi corrono incontro salutandomi allegramente.

Sono state delle belle vacanze, quelle di quest'anno.
Belle nel loro complesso ovviamente.
Con i loro alti e bassi.
Con gli scleri di Qui eterna sostituta di mamma.
Con le pugnalate di Quo eterna fidanzata di Denim in lotta contro "Quaelà"
Con le mie aspettative disattese nei confronti un pò di tutti.
Con le mie riprese...

Le vacanze stanno finendo.
Domani si ritorna all'ovile e mi attendono le solite dinamiche.

La mamma-zia abbandonata per un mese sarà già pronta a tirare le sue frecciate. Ed io, al solo pensiero, sto già male pensado alla paura che ho di ritornare in quel tunnel di disturbi alimentari che hanno caratterizzato gli ultimi mesi della mia vita.
Che solo di recente ho riconosciuto.
Di cui solo nell'ultimo mese sono riuscita a parlare senza vergognarmi come se avessi commesso un reato mortale.

Nei miei sogni il tema lavoro è quello ricorrente.
Lo so, è giunta l'ora!
Ora che tutto ha un ordine, un senso e una collocazione rimane quest'ultimo tassello da collocare.
L'indipendenza economica mi renderà indipendente anche da quella zia che mi ha cresciuta facendosi chiamare mamma, relegando il termine "amore"ad una questione puramente economica.

Voglio essere libera.
In questo blog l'ho scritto spesso.
So che il lavoro è ciò che mi permetterà di raggiungere quest'ultimo obiettivo.

E' stato un anno dedicato a me.
Alla mia conoscenza.
Al superamento di molti dei miei limiti.
Al riconoscimento delle mie radici.
Al ricongiungimento con la mammabio.
Al riconoscimento della mamma adottiva come mammazia
Al radicamento.
Un radicamento cercato anche in queste vacanze tutte incentrate sui cammini in montagna.

L'anno che sta per arrivare deve essere un anno nuovo.
Incentrato sul fuori.
Sulle relazioni con l'esterno.
Sulla mia soddisfazione professionale.
Sulla mia gradificazione individuale.
Sul mio completamento.
A 360°.


giovedì 25 agosto 2011

L'orgoglio di Qua

"Tua mamma non le dice perchè forse non le sa"-risponde un bimbo in campeggio durante un litigio con Quo e Qua parlando di parolacce.

"Certo che le sa!- afferma con orgoglio Qua- in macchina le dice sempre!!"

...E non solo lì penso io ascoltando la discussione in disparte...

lunedì 15 agosto 2011

Rosi

Sono in vacanza...
Praticamente dal 23 giugno è stato un continuo alternarsi di valige preparate e disfatte.
Ci siamo caricate in auto io e le mie 3 nane giovedì 23 giugno.
Dopo notti trascorse a cercare di ridurre al minimo il bagaglio per farlo entrare nel vecchio carcassone al quale è toccato l'onore di portarci in giro per un tour di ben 1100 km (dov'era quel post in cui dicevo che avevo paura dei lunghi viaggi in auto????).
La prima tappa Rivolta d'Adda. Sosta, pernottamento e visita al Parco della Preistoria per la gioia di Quo che per i dinosauri nutre una vera passione.
La seconda tappa il Trentino.
10 giorni di vacanza immerse nei monti.
Tra il verde e le cascate.
Tra le chiacchiere e le scarpinate.
Bello veramente!

Non sapevo che cosa avremmo fatto dopo, ma le idee sono arrivate un pò per volta, cammin facendo, tra una chiacchiera e l'altra.
Un tour a Merano a vedere il giardino nel castello di Sissi.
Tre ore e mezza di viaggio tra andata e ritorno tra i tornanti ed i passi di montagna per soddisfare la grande Qui, amante di fiori e piante, e la piccola Qua principessa nel suo profondo essere.

La tirata degli oltre 300 Km lungo l'autostrada del Brennero per raggiungere "qua e là" in quel di Bologna.
10 giorni tutti insieme trascorsi tra il torrido della città ed il fresco delle cime appenniniche.

La tirata fino a casa.
Tra le lacrime per il distacco e la gioia per quella nuova "super me".
Donna forte e coraggiosa, sebbene ancora fragile e problematica.

Al nostro ritorno.
Le bimbe immediatamente rapite per 15 giorni, come nel ratto delle Sabine, dall'uomo Denim che, presumibilmente mosso da quegli stessi sensi di sofferenza e di gelosia che mi appartenevano lo scorso anno ha pensato bene di tenermele lontane per 15 giorni iscrivendole nei centri estivi.
Loro super contente hanno permesso a me, zaino di spalla, di scorrazzare tra nord e centro, scarpe da tango nei piedi, di sgambettare nelle milonghe estive, più o meno sofferente di fiondarmi su per le colline piemontesi dalla mia naturopata, madre più che figlia di gestire i problemi di chi non si sa aggiustare e non ha ancora capito che la sua vita è affare suo e non può essere vissuta da altri che vengono poi comunque sistematicamente criticati, desperatehousenotwife di concentrarmi sulle pulizie generali della casa vetri e cera compresi, ritrovata miss brugola di impugnare trapano e avvitatore per fare un pò di spostamenti tra gli arredi della casa..

Non vi sto a raccontare tutti i particolari.
In quei 15 giorni sono successe molte cose.
Gli olii che mi sono stati dati stanno facendo il loro lavoro.
Sono olii che, spalmati su determinate zone del corpo, consentono di ritrovare calma ed equilibrio.
Di mettere al giusto posto cose o persone.
Di superare rabbia e rancore.
Di uscire dagli soliti schemi mentali, che spesso sono autodistruttivi.

E' così che malgrado tutto sono qui, in vacanza con "qua e là".
In campeggio.
In tenda.
Insieme a quelle persone dalle quali mi sentivo giudicata.
Insieme a lui da cui mi sento periodicamente tradita, non capita o altro ancora..

E' così che al rientro delle bambine ci siamo caricate sul treno e siamo ritornate laggiù tra il caldo soffocante della città ed il fresco delle cime che cime poi non sono se le paragoniamo alle mie Alpi.

E' così che la mamma che poi mamma non è perchè è semplicemente una zia che mi ha cresciuto nella pretesa di essere qualcosa di più è stata resa responsabile delle sue azioni una volta sistemato suo marito là dove se ne possono prendere cura veramente.

Sono tante le cose che sono successe.
Alcune troppo personali per essere raccontate.
Altre troppo impalpabili per essere razionalizzate nero su bianco

La sensazione che le riassume è forse quella che ho percepito ieri mattina.
La sensazione che non ci sia un modo per fuggire i problemi.
Che l'unico modo per risolvere le proprie situazioni sia quella di affrontarle.
Ma non di petto come ho sempre fatto fino ad ora, ma dolcemente.
Quasi come se, con le dita un pò unte di olio facessi scivolare quei fili ingarbugliati cercando di sgranare quel nodo che, da stretto stretto qual è piano piano possa iniziare ad allentarsi fino a sciogliersi del tutto.

Ovviamente sono molto distante dall'arrotolamento della matassa ormai sciolta, ma diciamo che sono già contenta: il nodo si sta sciogliendo lasciando percepire, limpide, quelle dinamiche, quelle gabbie mentali che mi hanno sempre tenuta prigioniera...
Ora sono certa che con calma, amore e tanta tenacia prima o poi troverò ciò che chiedo.

Questo post l'ho intitolato "Rosi" perchè probabilmente se oggi non avessi letto la sua mail non ci sarebbe stato questo post.
Per questo e per altro la abbraccio e la ringrazio.

martedì 7 giugno 2011

Premio

Circa un mese fa la mia amica di blog, mail e (dis)avventura mi ha passato un premio.
Il premio consiste nel raccontare qualcosa di sè...
Praticamente una novità in questo blog, eh? :)

Sarò breve.
Cercherò di non essere ripetitiva.
E comunque, ammesso e non concesso che qualcuno ancora mi legga, c'è sempre l'opzione "Chiudo tutto e mi dedico ad altro".
Non temete, vi capisco e un pò vi invidio perchè io non lo posso fare ... non ancora... ma non si sa mai...

Comunque bando alle ciance.
Tagliamo la testa al toro e cominciamo.

1. Ho 41 anni e me ne sentirei 20 se quelli di 20 non mi chiamassero "Signora" e non mi dessero del "Lei" ... cioè, non ho capito, ma tutto 'sto rispetto mica gliel'ho chiesto!!! :|

2. Ho i capelli moooolto corti e sono molto orgogliosa di quei pochi fili bianchi che iniziano ad intravedersi in mezzo alla massa castano-scuro.

3. Mi sento più saggia, più tollerante e più consapevole. Ho finalmente capito che non sono le persone a deludermi, ma che semplicemente deludono le aspettative che avevo nei loro confronti. Sto imparando a vivere la vita e la gente senza giudizio, semplicemente per il piacere di viverla e mi infastidisce chi invece rimane ancorato nella rabbia e nel confronto continuo.

4. Ho scoperto di essere intollerante ad un sacco di cose: latte e derivati, uova, carne bovina, glutine ed in generale a tutte le persone false e che vivono nella pretesa.

5. Sono molto magra, ma un pò meno dello scorso anno.

6. Dopo il corso di macrobiotica so che se voglio mangiare un dolce che possa essere definito tale devo rivolgermi alla cucina tradizionale. Il malto ha la consistenza del miele ed il sapore dell'acqua ... ora ho capito perchè si tratta di gente che vive praticamente sempre ingrugnita...la vita non può essere meravigliosamente piena d'amore se non c'è dolcezza nel cibo che ingeriamo!

7. Mi sono comprata i roller in preda alle convulsioni febbrili. Dopo 1 mese di prove sul parquet di casa, quando ho finalmente deciso che era ora di provarli su strada, ho dato prova di essere madre coraggiosa pattinando con nonchalance, ma trattenendo a stento le lacrime e la voglia di scivolare con il sedere ad ogni minima discesa mentre le mie figlie mi incoraggiavano urlando "Dai, mamma. Sei bravissima!!" Non so perchè dalle loro risate mi è venuto il sospetto che mi stessero pigliando vagamente p'oculo. Fortunatamente il meteo ha pensato di graziarmi facendo iniziare la stagione delle piogge!!!

8. Dopo anni di mare, spiaggia, sabbia, costumi, rastrelli e campeggi quest'anno ho optato per una vacanza in Trentino nella tranquilla comodità di un monolocale con gite programmate e area attrezzata per i bimbi. La verità è che mi sento un pò stanca, un pò provata da quest'anno che è trascorso, da tutti questi cambiamenti che sono avvenuti dentro di me, da tutta questa strada percorsa e tutta in salita. Ho voglia di fermarmi, di accovacciarmi insieme alle mie figlie e di lasciarmi guidare in lunghe passeggiate in mezzo alla natura ... ehm... forse sto delirando, lo so, la prassi vuole che la montagna sia meno stressante del mare ed io voglio crederci :))

9. Sono la rappresentante di classe di Quo e di per sè la cosa non mi dispiace. Sono contenta di partecipare ai consigli di interclasse. Di sapere le cose in anteprima. Di organizzare i regali per le maestre, i rinfreschi per la classe. Di fare le comunicazioni ai genitori... Ma, più di ogni altra cosa, ho scoperto che adoro sollecitare e rincorrere i genitori ritardatari nei pagamenti ... Forse in questo c'entra la mia parte di sangue "siculo" sicuramente ora so che, se non dovessero andare le mie merende, avrò sempre un'alternativa lavorativa a disposizione...

10. Nel corso di questi ultimi 18 mesi piano piano sono diventata più donna:
Ho imparato a camminare con i tacchi da 8cm. A vestirmi in modo più femminile. A prendermi cura del mio corpo dentro e fuori. A utilizzare orecchini e monili. A depilarmi periodicamente. A usare il rossetto rosso ed il rimmel che allunga le ciglia... Ma riuscire a mettere lo smalto sulle unghie senza imbrattarmi contemporaneamente tutte le dita rappresenta per me ancora praticamente una mission impossible!!!

11. Ho qualche difetto.
Ebbene sì, pur'io....
So che non si direbbe, eppure....
- Dico le parolacce. Non sempre. Le peggiori in assoluto quando sono arrabbiata, davanti alle mie figlie. Loro ovviamente sanno che non devono ripeterle per nessun motivo pena un menu a base di pesce da qui all'eternità... per ora pare che stia funzionando (almeno davanti a me...)
- Dimentico i nomi. Se dovessi conoscere personalmente qualcuno di voi non fate la fatica di presentarvi la prima volta. E' inutile. Fiato sprecato. Per quanto mi concentri (e giuro che lo faccio!!) tempo 30 secondi l'avrò già dimenticato.
- Mi addormento. La sera se sto seduta, al buio, in un teatro, al cinema, o al cabaret. Cioè in qualsiasi luogo ove io abbia la possibilità di poggiare la testa su qualcosa di verosimilmente morbido i miei occhi si chiuderanno all'istante. Cerco di tenerli aperti, ma i miei tentativi sono un vuoto a perdere ... ergo sono una pessima compagnia notturna a livello intellettuale. L'unica chance che si ha per tenermi sveglia la sera è di portarmi a ballare. Cervello spento, ma corpo in movimento posso andare avanti fino alle 6 del mattino senza mai fermarmi!!

12. Mi sono sempre considerata una persona molto taciturna. Poi un giorno "qua e là" mi ha detto: " Le tue figlie chiacchierano almeno quanto la mamma, tessoro!"
Per me è stato uno choc!
Noooo ooo oo... .. chi??? Io????
Poi guardo quanto ho scritto e ...
Mi dispiace. Non so .. si può guarire??

Bene,
Quindi dopo questa "breve"carrellata su di me credo sia giunta l'ora di passare questo premio.
Un premio che dedico a tutti voi che ancora mi seguite e che ne avete voglia.
A tutti coloro che trovano interessanti le mie storie, le mie esperienze, i miei vaneggiamenti.
Lo dedico a Polly, a Wonder, a mammachefatica, a Emily, a Beba, a Emma, a Bianca, a JuleZ, a Tea, a mammaBetty .... e a tutti coloro i cui nomi non riesco a ricordare...guarda caso... :)
Perchè una parte della mia forza, della mia voglia di scrivere e lottare, di prendermi in giro, di pensare positivo, di spaziare e di raccontare lo devo anche a voi.
Questo piccolo/grande spazio sul web le vostre parole di conforto, le vostre critiche costruttive e non, anche solo il vostro silenzioso passaggio hanno rappresentano per me il nido nel quale venirmi a ranicchiare ogni volta che ne ho sentito la necessità. Una valvola di sfogo, un angolo di riflessione, un trampolino per lanciarmi nel vuoto dell'ignoto, la celebrazione di un momento di gioia o di semplice serenità.
Tutto ciò vale ancora oggi.
Anche se sono meno presente e se scrivo più raramente.
Buon premio a tutti voi dunque, ammesso e non concesso che abbiate trovato la forza di seguirmi fino a qui!

Scrivo

E' vero, è da un bel pò che non scrivo più.
Ho avuto un bel pò di cose da fare e sono stata assorta in un profondo lavoro su di me che piano piano sta dando i suoi frutti.
In questi giorni ho pensato più volte di aprire questa pagina e di buttare dentro le mie considerazioni su delle cose che mi hanno fatto stare male.
Ma poi il tempo è passato e quel tempo mi ha dato modo di andare oltre.
E' stato un bene.

Avrei voluto scrivere di quel" 3 contro 1" nel quale mi sono trovata domenica pomeriggio.
Di quella persona che mi ha detto che se urlo con le mie figlie il problema è mio.
Di quella stessa persona che dice che se le maestre di mia figlia non sono pedagogicamente all'altezza dovrebbero cambiare mestiere invece di "rovinare" dei bambini.
Di quella carissima amica che suo malgrado gioca con i sentimenti altrui confusa ed impaurita all'idea di stare da sola, ma incapace di centrarsi su di sè e di capire che cosa realmente vuole dalla vita.
Del dolore che mi causa sapere che Denim riesce a trascorrere il we via con la roulotte le bimbe e la b...eneamata donna che gli fa da fidanzata mentre io continuo ad avere una relazione indefinita con qua e là che a volte, per l'appunto, è qua mentre la sua vita si svolge là.

Avrei voluto, ma oggi ho capito che non ha senso.
Non ha senso perchè proiettarmi all'esterno significa aver perso di vista la parte più importante.
Me stessa ed il mio baricentro.

E così, mentre penso che è semplice per uno che di figli ne ha 2 e non 3 e che vive la sua vita in una famiglia tradizionale decidere che menare le mani o, più frenquentemente, urlare come un'aquila in preda a convulsioni isteriche, contro le proprie figlie sia un problema dell'adulto che non trova altri mezzi per scaricare la sua tensione penso anche che lo so bene, ma che il più grande atto d'amore che posso fare nei miei confronti è quello di perdonarmi...
Ad oggi non riesco a fare di meglio se non sfogarmi per poi chiedere scusa alle mie figlie spiegando loro che sto lavorando per cercare di essere una persona ed una mamma migliore e che prima o poi ci riuscirò.
D'altro canto se mi volto indietro e mi guardo com'ero lo scorso anno non posso che essere fiera di me e di tutti i passi avanti che ho fatto...
Sono già diventata una persona migliore!

E mentre rispondo di quella maestra i cui criteri pedagogici lasciano a desiderare considero anche che didatticamente non ha nulla da eccepire.
Che, entro un certo limite, non mi interessa tanto proteggere le mie figlie dalle persone che le faranno soffrire.
Penso che d'altro canto io e suo padre siamo stati i primi in questo senso.
A togliere loro quella famiglia nella quale avrebbero voluto vivere.
Una famiglia tradizionale, nella quale mamma e papà vivono insieme, si amano ed insieme si prendono cura dei loro bimbi.
Presumibilmente nè noi nè quella maestra saremo gli ultimi.
Ed allora non è meglio lasciare che vivano le loro piccole frustrazioni preoccupandosi non tanto di evitargliele quanto di fornire loro gli strumenti necessari per credere in loro stesse, nelle loro capacità e nel loro valore?
Tutto ciò non le aiuterà, forse, a diventare persone adulte in grado di non farsi toccare da coloro che cercheranno di minare la loro fiducia?
Non permetterà loro di reagire alle frustrazioni della vita e di rialzarsi con le loro gambe quando capiterà di cadere?
Forse no, ma io credo che il lavoro del genitore sia quello di permettere al proprio figlio di prendere il volo da solo e non di trasportarlo per il resto della vita...

E la mia amica S. incapace di vivere l'amore in quella che è la mia concezione di rispetto verso il prossimo non rimane comunque una persona a cui voglio bene, con la quale amo trascorrere il mio tempo, alla quale racconterei qualsiasi cosa anche la più terribile?
Non è grazie a lei se il mio rapporto con "qua e là" esiste ancora?
Non è grazie a me se lei sta imparando che non può gestire la vita del prossimo secondo i suoi schemi mentali?
La nostra è un'amicizia con uno scambio di vedute enorme.
Il suo basato sulla schematizzazione della psicologia.
Il mio basato sull'ampia visione del sentire, dell'energia, della meditazione e dell'alimentazione naturale.
E così, che ciò che posso fare è amarla semplicemente così com'è.
Ascoltandola, esprimendo il mio parere, ma poi fermandomi.
In fondo, non è lei ad aver ferito la "piccola me".
Questo lo so bene!

E denim che condivide tempo e bimbe con "B".
E "qua e là" che sta un pò qua, ma vive là e che spesso allunga le braccia per tenermi a debita distanza quando gli propongo qualcosa per cui si sente minacciato nei suoi spazi fisici e mentali.
Ma anche in questo caso non sono io la prima a dire che un "fidanzato" non lo vorrei, che sarebbe troppo?
Che non ho bisogno di protezione, ma solo di qualcuno che completi quella parte di me che da sola non posso realizzare?
Non ho sperimentato sulla mia pelle che di più è troppo?
Che mi fa sentire soffocata e mutilata?

Nella corsa di questa mattina.
Prima che la pioggia tornasse a cadere copiosa da questo cielo plumbeo.
Respiro profondamente e torno a centrarmi su di me.
Ascoltandomi.
Buttando fuori tutto ciò che, andando a toccare le radici della mia inadeguatezza, ferisce profondamente quella piccola me che lotta per cercare di essere sempre al top in ogni situazione.
Esco dalla trappola del giudizio altrui.
Del conseguente giudizio mio nei confronti degli altri.

La rabbia non trova appiglio e svanisce.
Così la tristezza, il senso di inadeguatezza, la stanchezza e la pesantezza.

Perchè è così.
Non è il giudizio altrui a ferirci quanto il fatto che quel giudizio affonda proprio il segno nei nostri punti deboli.
Non è il comportamento dell'altro a toccarci quanto la profondità con cui quel comportamento fa riaffiorare il nostro vissuto e le nostre sofferenze.
Ma se teniamo ben saldo "noi" e ci poniamo come semplici osservatori o auditori tutto ciò che gli altri faranno o diranno non avrà nessuna rilevanza.
Semplicemente entrerà per poi uscirne senza avere il tempo di farci affondare nel burrascoso mare nella tempesta della nostra emotività.

E se ciò accadrà il segreto sta semplicemente nell'accettarlo.
Prendendone coscienza e capendo perchè ciò avviene saremo in grado di superarlo e di vivere più serenamente!

Questo almeno è quello che spero.
E su questo sto duramente lavorando.
Perchè solo così potrò essere, veramente, una persona migliore.
Una madre in grado di porsi come guida per le sue figlie.
Un esempio di amorevolezza per me e per gli altri.

sabato 7 maggio 2011

Le madri dei maschi

Sto leggendo un libro molto interessante: "Meglio sole", ovvero come bastare a se stesse anche se non si è da sole.

Un capitolo illuminante mi dà la conferma di ciò che ho sempre pensato e sempre constatato vivendo il diverso atteggiamento nei confronti dei loro figli nelle mie amiche, mamme contemporaneamente di maschi e di femmine.

"Gli uomini sono dei latitanti formidabili-esordisce la scrittrice, Ivana Castoldi, psicoterapeuta e psicologa- e, mediamente, risultano impermeabili ai sensi di colpa. D'altronde, le donne hanno la loro parte di responsabilità nella convinzione dei maschi di essere esentati dai compiti ingrati e da contributi troppo impegnativi in famiglia.
La maggioranza delle madri autorizzano i figli maschi fin da bambini a condiderarsi dei privilegiati. Contribuiscono così ampiamente ad elimentare la discriminazione femminile.

Ho sentito una volta un'anziana pediatra sostenere che le madri dei figli maschi si contraddistinguono per un'espressione speciale di orgoglio sul volto nel mostrare i loro pargoli, per un'indulgenza eccessiva di fronte alle loro intemperanze e per un bisogno traboccante di protezione.

[...]
E' proprio così. Le madri hanno un diverso atteggiamento nei confronti dei figli maschi: risultano mediamente più ansiose, più protettive e più compiacenti di quanto non dimostrino verso le figlie femmine. Passano più tempo a raccontare le loro prodezze, a preoccuparsi dei loro problemi, a riordinare le loro camere. Tendono ad essere più permissive e a giustificarli troppo.

Le bambine imparano più precocemente a lavarsi e a vestirsi da sole. a preparare la cartella per la scuola, a fare i compiti senza bisogno di aiuto e di controllo. Alle femmine viene da subito indicata una precisa linea di condotta da osservare. Imparano presto che devono darsi da fare per farsi amare.

I maschi crescono perlopiù crogiolandosi nella convinzione che l'amore che ricevono è un atto dovuto.
In tal modo non imparano ad apprezzare abbastanza il valore dell'autonomia.

L'educazione dei figli maschi, infatti, è improntata ad un modello più permissivo, ma, al tempo stesso, più condizionante, che favorisce la dipendenza emotiva dalla madre.

Si tratta dunque di un'arma a doppio taglio: quello che apparentemente è un privilegio si trasforma alla lunga in uno svantaggio per i maschi che fanno più fatica a prendere le distanze dalla figura materna.

Nell'età adulta, altre figure femminili potranno prendere il posto della madre, ma incarneranno quasi tutte, chi più chi meno, un ruolo materno: difficilmente gli uomini, anche divenuti adulti, sapranno rinunciare alle "prestazioni materne".


A me pare piuttosto realistico.
E voi?
Cosa ne pensate?

mercoledì 4 maggio 2011

Sound of fiesta

E siccome la musica fa.
Dopo le due lacrime mattutine riparto al ritmo di:



Buona giornata a tutti :)

Capisco




Ci sono delle comprensioni che arrivano così, improvvisamente.
Come dei temporali in piena estate.

Ci sono corsi e ricorsi.
Quel verificarsi continuo di eventi.
Che si ripete.
Indistintamente.
Indipendentemente dalle persone con cui hai a che fare.

Ma come quel temporale si crea con un lavoro antecedente la sua comparsa.
Così anche queste comprensioni arrivano dopo un lungo periodo di lavoro su me stessa.
Dopo un inverno buio e faticoso.
Dopo una primavera piena di stanchezza e insoddisfazione.
Piena di eventi apparentemente sfavorevoli che si sono susseguiti.
Uno dietro l'altro.
Alla velocità della luce.

La rinascita arriva dalla sofferenza.
E non ci sono eventi casuali.
Così mentre mi butto sulle letture legate alle culture orientali.
Imparo.
Imparo che cosa significa il karma.
Lavorare su di sè.
Superare i sensi di colpa.
Capisco l'importanza del baricentro, centrarsi su di sè.

E allora capisco!
Per tutta la vita mi sono appoggiata agli altri.
Ho cercato le mie radici al di fuori di me.
Ovunque: negli amici, nei fidanzati, nel marito, nelle figlie, nei parenti acquisiti...

Ora l'errore mi è chiaro.
Lampante come il sole splendente nel cielo terso di una giornata d'estate in alta quota.

Ora che "qua e là" non c'è più se non con quei messaggi che nel corso della giornata ci legano ancora in un ultimo filo sottile che prima o poi verrà definitivamente tagliato.
Ora che, finalmente, ho ritrovato le mie sorelle e la mia mamma durante il mio "pellegrinaggio" pasquale.
Ora che ho messo in chiaro le cose con mia madre adottiva precisandole che la ringrazio ma che non nutro più nessun senso di colpa.
Ora che ho capito che faccio parte di un ampio nucleo famigliare e che nessun elemento ne può essere escluso senza che "il mio me" ne risenta.
Ora, finalmente, io so chi sono.
So che io esisto.
E che ce la posso fare.
Veramente.
Pienamente centrata.
E non come ombra di qualcun altro.

Questa mattina ho buttato le sigarette che avevo comprato dopo Pasqua e mi sono concessa un'ultima scorpacciata di cioccolato.
Poi, come ieri, affronterò la giornata.
Un passo alla volta.
Vivendo la vita "sentendola" più che "pensandola".
Senza aspettative.
Senza pretese.
Senza illusioni.
Così, con leggerezza.
Nella fiducia che tutto ciò che è stato ha portato qualcosa di bello.
E che tutto ciò che sarà ne porterà altrettanto.
Anche se subito non sembrerà.

Certo, non è mica facile!
Ci sono alti e bassi.
Ci sono momenti in cui il passato sembra così difficile da far andare...
Quegli abbracci, quelle attese nel fine settimana.
Quel mio sentirmi così incredibilmente donna....

E allora lascio che sia.
Verso le mie lacrime.
Non trattengo nulla.
Perchè è solo dopo so che starò meglio e ritroverò me stessa.
I miei sorrisi.
La mia gioia di vivere.
E la fiducia nel futuro.

Perchè se è vero che qualcosa ho perso.
E' anche vero che ho ritrovato molto di più.
Ho ritrovato me,
Nella mia interezza,
Nel mio essere completa in tutti i pezzi del puzzle che mi compongono,
Nel mio essere radicata.

E finalmente consapevole degli errori relazionali di una vita.
Ben determinata a superarli, una volta per tutte.

...Speruma bìn :))

mercoledì 20 aprile 2011

Questa è umanità?

"Questa è umanità?"- chiede mia madre durante la sua ennesima crisi di vittimismo.

Sono centrata su di me e ho visto, lampante, dall'esterno.
Vivendola, purtroppo, dall'esterno sulla pelle delle mie figlie.
Le dinamiche con le quali sono cresciuta.

"Non me ne frega un cazzo"- le rispondo in modo tranquillo.

Però poi ci penso.
E penso che il primo atto di umanità lo dobbiamo a noi stessi.
Ascoltandoci.
Rispettandoci.
Amandoci.
Accettandoci.

Solo allora saremo in grado di aprirci all'esterno e di essere "umani" anche verso gli altri.
Fino ad allora l'unica cosa che riusciremo a fare sarà "dare".
In modo arido.
Pretendendo che gli altri ci ricompensino per la nostra "bontà".

Peccato che tutto ciò che gli altri faranno nei nostri confronti, però, non sarà mai abbastanza.
Perchè nessuno è in grado di colmare il vuoto interiore che abbiamo dentro di noi se non noi stessi.

lunedì 4 aprile 2011

Lady Gaga. Born this way

Marzo è tornato ad essere un mese difficile.
E' parso lungo ed interminabile.
Pieno di carichi emotivi.

Paragonabile ad un lungo bagno in mare aperto dove ai momenti di nuotata libera,
Con bracciate ampie e gioiose in acque tranquille.
Con tempo caldo e soleggiato.
Si sono spesso alternati,
in modo anche troppo repentino,
momenti di apnea,
con mare in tempesta.

Mi sono sentita spesso come alla disperata ricerca di un appiglio di fortuna.

E' così che un pò mi sono seduta su me stessa.
Che mi sono appoggiata a chi mi stava di fianco (e si fa per dire vista la distanza:) )

E' così che, spaventata di fronte all'immensità dell'oceano.
Sotto quel cielo nero.
Mi sono spesso pianta addosso.
Non sapendo bene che cosa fare,
Che direzione prendere,
Annaspando per non annegare.

Mi sono persa di vista.
O, più "semplicemente", mi sono persa....

Ora è domenica.

Come tutti gli anni il repentino aumento delle temperature impone il cambio di stagione degli armadi.
Un lavoro che odio.
Eterno.
Ho accumulato biancheria da lavare, stirare, archiviare, rispristinare, rammendare ...

La tv è straordinariamente accesa...
praticamente un evento...

In una trasmissione inguardabile ad un certo punto un tal Paolo Fox comincia con una classifica dei segni.
Premetto che non credo agli oroscopi, ma il modo in cui comincia a parlare del capricorno è talmente reale che pare stia parlando proprio di me,
proprio di questo preciso momento,
proprio di questa domenica 3 aprile.

"Aprile è ancora un mese difficile. Ma da maggio incomincerete a risalire ed avrete una seconda parte dell'anno magnifica"

Sono al penultimo posto della sua classifica.
Sotto di me solo il segno del cancro.

Al secondo posto.
Preceduto dal solo segno dell'ariete.
I gemelli.
"Anno fantastico questo. Precursore del prossimo".

"Ecchecc-penso- così sono tre anni di fila considerando che lo scorso è già stato un anno di gioia con la liberazione dall'oppressore freddo e rompicoglioni, cioè me! Ma una giustizia divina C'E' O NNO??????"

E con l'unico conforto derivante dal fatto che al primo posto si trova il segno di una delle mie figlie scoppio, oppressa, in una valle di lacrime.
Oppressa dal pensiero di questo marzo che è appena trascorso.
Oppressa da questa montagna di biancheria che è ancora da stirare.
Oppressa alla vista della montagna di quella che ancora è da lavare, ma che sarà poi nuovamente da stirare e da sistemare.
Oppressa da questa giornata di sole che trascorro in casa da sola.
Con "qua e là" rimasto a Bologna.
Centrato su se stesso come solo un uomo può fare quando una donna lo vorrebbe al suo fianco...

Diverse ore dopo.
Con scena quasi identica.
La stazione di radio dj trasmette "LEI"

"Dont't be a drag-just be a Queen" canta Lady Gaga nel suo bikini striminzito,
con i suoi capelli che di naturale credo che abbiano solo il fatto che "esistono" sulla sua testa..

Ed all'improvviso è come un'illuminazione!

Con il ferro da stiro in mano.
Come una delle migliori interpretazioni di una delle eroine di Desperate Housewives
mi guardo,
mi penso
e mi dico:

"RAGASSSAAAAA!!!
SVEGLIATIIIIII!!!
SMETTILA DI PIANGERE!!!!!
Asciugati le lacrime.
Amati e rispettati....
Sei una regina!

Sei la donna che l'anno scorso ha affrontato a testa alta con orgoglio e dignità la sua separazione!
Quella che è sopravvissuta all'abbandono da parte dei suoi genitori biologici e al dominio da parte di quella madre non madre che l'ha cresciuta sostenendo ogni sua mossa al grido 'è per il tuo bene!'
Quella che tutti i giorni manda avanti la baracca "famiglia matriarcale" pur con tutti i suoi limiti, i suoi scleri, i suoi urli ed i suoi errori.
Quella che quotidianamente lotta per fare del suo meglio!"

"Ragassa, svegliati e guardati!
Se non ti ami tu.
Se tu non ti tratti da regina quale sei nessuno lo farà al posto tuo...
nessuno PUO' farlo al posto tuo!
Perchè nessuno più di te può volerti bene, prendersi cura di te e rispettarti"

"Ragassa,
Tu sai che puoi bastare a te stessa!
Sai che nel momento in cui TU ti senti completa allora tutti i rapporti che hai godono di una diversa ricchezza ed armonia.
Che sono più sereni.
Non viziati dal giudizio.
Dall'invidia.
Dal risentimento
o dalla pretesa.

Lo sai perchè ci sei già passata.
Perchè sai che il rapporto giusto non è quello basato sulla dipendenza,
Ma quello in cui due individui distinti.
Che, camminando sulle proprie gambe, si incontrano e reciprocamente si scambiano e si ricambiano."

"Ragassa,
Don't be a drag...
Pensaci.
Hai tutto ciò di cui hai bisogno...
Una casa.
Le tue figlie.
Le tue amiche.
I tuoi interessi.
Un ex marito comunque, in qualche modo presente.
Certo non come vorresti tu.
Ma quante volte ti sei chiesta se tu sei come ti vorrebbe lui.
Lo sai qual è stata la tua risposta, no?"

"Ragassa...
Smetti di piangerti addosso....
Just be a Queen!
Maggio è vicino.
E comunque le cose non potranno andare storte per sempre...
In fondo lo sai,
se i messaggi che lanci all'universo saranno positivi,
prima o poi l'universo non potrà che risponderti in modo positivo!"

"Riformula i tuoi messaggi.
Fermati,
Ascoltati,
Amati,
Fidati di te
e torna a sorridere..."

Lagy Gaga."Born this way"

martedì 8 marzo 2011

Fornelli

E' stata una settimana difficile quella passata.

A lungo andare mia madre, con le sue frecciate, è andata a segno.
Una frase detta con i tempi sbagliati.
Quando non ero pronta a farmela scivolare con il sorriso.
Pensando alla povertà della persona dalla quale arrivava.

Immediatamente il giorno dopo è tornata la candida.
Le mie gambe sono diventate pesanti.
La mia mente offuscata da una sorta di apatia.

Forse anche complice il colpo di coda dell'inverno.

Improvvisamente è come se mesi di lavoro su di me fossero andati in fumo.
Torno a sentirmi quella figlia inadeguata e ...
Mi sento come inchiodata a terra.

Vorrei mandarla definitivamente a stendere.
E nello stesso tempo al solo pensiero mi sento fortemente in colpa.

Parte del mio malcontento si rovescia sulle bimbe, mio malgrado.
E così oltre che figlia, mi sento anche madre inadeguata.

Il malcontento aumenta.
La candida non passa.

@@@@!!!

Fortunatamente marzo sarà abbastanza pieno.
Una serie di cose da preparare per i mesi successivi.
Il corso di cucina macrobiotica che partirà i primi di aprile.
Le feste delle bimbe.
Un rinfresco per 60 da organizzare per questo fine settimana.

Tempo fa ho trovato una citazione di un film, che tra l'altro ho visto, che mi è piaciuta molto.
L'ho sentita subito mia.

In effetti è vera.
Mi vedo già.
Nel silenzio della casa.
Nel buio del mattino.
Frullare.
Impastare.
Infornare.
Concentrata.
Serena e
Silenziosa.

Non importa che tempo farà.
E non importa che cosa succederà.
Lì, in mezzo ai fornelli ritrovo me stessa.
Stanca.
Forse anche un pò stressata.
Ma di nuovo felice!

"Lo sai perché mi piace cucinare?"
"No, perché?"
"Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d'uovo, zucchero e latte l'impasto si addensa: è un tale conforto!"

'Julie & Julia' - 2009

martedì 1 marzo 2011

Famiglia

Sto girovagando tra i vari blog.
E' una vita che non lo faccio più.

Passando da Valentina arrivo qui.

Leggendo un suo post una frase mi colpisce "io mi rendo anche conto che non basta stare insieme sotto lo stesso tetto per considerarsi una famiglia."

Ed è buffo perchè proprio in questi giorni sono giunta alla stessa conclusione.
Questi giorni con "qua e là" e le bimbe sono stati belli ed armoniosi.
Spesso mi sono ritrovata a vivere un clima di tranquillità e di serenità cui non ero più abituata.
Ridere tutti insieme, spensierati e naturali è qualcosa che non ricordo più di aver fatto nei tempi in cui vivevo nella mia "famiglia tradizionale".

Ci sono stati dei passi, fatti da Denim, che mi stanno portando ad un'apertura mentale soprattutto, nei confronti della sua fidanzata.
Non mi sento ancora pronta per affrontarla.
Anzi, ad incontrarla in modo amichevole e sereno.
Sono certa, però, che il giorno in cui questo sarà possibile le bimbe respireranno nuovamente il clima "famiglia".

Che non è la famiglia di due persone che stanno insieme perchè devono.
Perchè hanno firmato un contratto davanti al sindaco, a Dio, ai parenti ed ai loro testimoni.
Ma che in realtà non si sopportano, non sono felici, non hanno più niente da dirsi e si sentono costrette e insoddisfatte.

Ma una famiglia più ampia.
Che comprende nuove figure e nuovi amori.
Che in qualche modo arricchisce ed alleggerisce..
Che porta insegnamenti.
Che mostra che la vita a volte è sofferenza e sacrificio.
Ma che dal dolore si può e si deve uscire.
Che si piange, ma dopo si può ridere.
Che un amore finisce, ma un altro può nascere.
E che mamma e papà si separano e forse non torneranno mai insieme, ma possono andare avanti e continuare ad essere la loro famiglia.

Unita benchè distante.

"Il giorno in cui riusciremo a stare seduti tutti intorno ad un tavolo.
A mangiare insieme.
A guardarci negli occhi.
A ridere e a parlare con l'estrema serenità di chi ha accolto tutto ciò come una nuova base di partenza e non come una fine ed un tradimento.
Allora quel giorno, per loro, torneremo ad essere, seppur in modo diverso, più ampio, forse addirittura più ricco, la loro famiglia.

Sono certa che quel giorno per loro sarà la felicità!"

Questo scrivero 15 giorni fa a Denim in una mail.
E di questo sono fermamente convinta.
Questo è il motivo per cui so che prima o poi ci riuscirò!

lunedì 28 febbraio 2011

Io lo so!

E' domenica sera.
E' stato un lungo week end.
Abbiamo fatto un sacco di cose.
Tardissimo sabato sera.

Il giorno dopo ci sarà la sveglia,
la scuola,
la ginnastica.

E' ora di andare a dormire.

"Tanto lo so che cosa fate quando noi siamo a letto!- dice Qui rivolta a me e a "qua e là" mentre siamo in cucina- Voi state svegli a parlare".

"E guardate la televisione"- aggiunge Quo.

"Io lo so che cosa fanno quando andiamo a dormire- afferma Qua con l'aria furbetta di una 'checertecoselessà'- si baciano in bocca come i fidanzati, con la lingua"
.....

Ho paura a pensare che cosa sarà in grado di elaborare in quella testolina quando di anni non ne avrà quasi 5 ma 11, 12 .... o forse anche solo 8 !!!!!

Si, forse è meglio se non ci penso troppo e me ne vado a dormire .....

venerdì 18 febbraio 2011

Mia madre e il tango

"E' un ballo spigoloso, proprio come sei tu"- mi dice mentre al telefono le comunico che la devo salutare perchè devo andare a lezione.
"Il tango è un ballo di passione e di dolore. E' il ballo della fiducia. Stretto nell'abbraccio con l'altra persona ti abbandoni e ti lasci portare. E' il ballo delle attese e della femminilità. E' il ballo per me e mi sta insegnando molte cose"- le rispondo con il sorriso sulle labbra.

"Perchè non provi la danza del ventre? A me piace molto"- replica.
"Beh, ma allora falla tu!"- dico questa volta un pò scocciata.

Io sto parlando di me e lei, invece, sta proiettando sè stessa su di me ... come sempre!!

giovedì 17 febbraio 2011

Tango, attesa, progetti e libertà

Scrivo poco eppure avrei tante cose da raccontare.

Ho partecipato al seminario sui chakra a gennaio e da subito ho sentito che aveva mosso in me una serie di energie positive.
La voglia di liberarmi da catene e paure è stato il mio intento fin dal primo istante.
E quello rimane l'obiettivo per l'anno in corso.

Le catene determinate dalla rabbia.
Una rabbia profonda legata all'abbandono ed al tradimento vissuto dalla piccola me.
Sfogata sull'ultima persona che mi aveva fatto del male.
Quella con la quale era più facile prendersela.
Perchè svincolata da quei sentimenti di debito e di riconoscenza ai quali sono rimasta ancorata per tutta la vita.

Nelle mie meditazioni mattutine, ora non mi sento più tigre.
E le mie visioni non sono più mirate all'uomo Denim, ma a quella madre non madre che mi ha cresciuto in un ambiente di menzogne e di paure.

Il 14 febbraio è stato "l'Anniversario".
L'avevo dimenticato.
La mia mente per proteggere me stessa aveva cancellato quella data, ma ...
Una parte profonda di me probabilmente lo sentiva.

Sono stata male.
Fisicamente quasi più che mentalmente.

"Ti voglio bene ... malgrado tutto!"
Gli ho scritto in uno dei tanti sms che gli ho inviato quel giorno ignara che quella fosse "la data".

Non lo perdono per i modi;
Per il comportamento arrogante;
Per le bugie;
Per il tentativo di scaricare barile su di me, ma ...
Non mi amava più e per questo non lo biasimo.

Mi stavo trasformando nella copia di mia madre.
E al solo pensiero mi vengono i brividi ...
Una persona insoddisfatta.
La cui unica fonte di interesse era la casa e la figlia sulla quale ha sempre buttato tutte le sue frustrazioni, pretendendo che fosse lei a colmare le mancanze della sua vita.
Una vita ancorata ai motti "prima il dovere e poi il piacere" e da "non rimandare a domani quello che puoi fare oggi".
Peccato che il dovere occupasse la totalità della sua giornata e che nulla fosse rimandabile.
Peccato che non ci fosse mai spazio per il piacere.
Chiunque non seguisse i suoi motti era alla fine un essere spregevole degno di critica...
Praticamente la totalità del mondo...

Dopo Capodanno ho deciso che "qua e là" non doveva più essere nascosto.
Libera dalle paure e dalle catene abbiamo trascorso dei bellissimi giorni tutti insieme anche con le bambine.
Lui era sereno, finalmente aveva un posto.
Io ero serena, finalmente non avevo più nulla da nascondere.
Le bimbe erano serene, finalmente tutti i tasselli erano al loro posto e la mamma rideva felice.

Qualche giorno fa l'ho detto anche a quella madre non madre che preferisce far indebitare la figlia per l'acquisto dell'auto nuova quando potrebbe pagargliela in contanti senza per questo modificare di una virgola la sua situazione economica.

E' bastato dirle che "qua e là" è ingegnere perchè lei si sentisse tranquilla.
Finalmente la figlia frequentava qualcuno alla sua altezza....
A volte basta proprio poco per rasserenare una persona...

"E' educato?", mi ha chiesto
"Mi fa sentire amata- le ho risposto ignorando la sua domanda- e questo è ciò di cui ho bisogno".

So di essere cresciuta molto in un anno.
So che questo lungo periodo da sola mi è servito per diventare una persona diversa.
Ci sono molte cose che mi spaventano certo.
Affrontare situazioni nuove in assoluta solitudine spesso mi genera ansia, ma lo faccio.
Sono diventata più sicura di me.
Mi sento una donna ... in tutti i sensi.
Donna prima che mamma.
E mamma più serena e completa in virtù del mio essere donna parzialmente realizzata e soddisfatta di come si è modificata la sua vita.

"Non ero contenta della persona che ero- le ho detto mentre camminavamo per strada-ora invece sì"

"Considera che hai un carattere veramente difficile"- mi ha ricordato per l'ennesima volta.

Mi chiedo come potrei dimenticarmelo visto che non perde occasione per ricordarmelo, anche quando non c'entra niente come in questo caso.
Certo lo so, che non ho un carattere semplice, ma so di possedere un sacco di qualità e che la mia testardagine, la mia determinazione a volte anche la mia intransigenza mi hanno permesso di sopravvivere agli eventi traumatici della mia primissima infanzia, a lei, alla mia separazione, a tutti quei Natali che per me sono sempre stati un suplizio.
Che è solo grazie a quello che oggi piano piano sto vincendo la battaglia che ho da sempre con me stessa.
Che finalmente riesco a concedermi tollerante la possibilità di appendere le tende anche se non sono stirate o di rimandare a domani tutto ciò che potrei anche fare oggi se solo ne avessi la voglia senza per questo sentirmi in colpa o sentire la sua voce sprezzante che mi giudica una fannullona come mio padre o una p...na come mia madre perchè ho un nuovo fidanzato.

Mi ha ascoltata senza emettere un giudizio mentre le raccontavo che sono serena.
Che il fatto che lui abiti lontano mi permette di vivere la mia vita, le mie figlie, le mie aspirazioni, le mie amiche.
Che so che se non ci fosse sarei perfettamente in grado di camminare da sola con le mie gambe, ma che il fatto che ci sia mi fa stare bene.
Che non ho aspettative, ma che mi limito a vivere questo rapporto per quello che mi dà, nel momento in cui me lo dà.
E che mi dà soprattutto amore.

So che il suo cervello lavorava mentre parlavo.
E so che quello che ha da dire non lo dice a me, ma agli altri.
Donna delle pulizie compresa.
Eppure non mi importava.
E nemmeno mi importa ora.

Mi sono sentita leggera.
Senza più nulla da nascondere.
Pulita dentro.

Non mi sento più in colpa se non vado a trovarla o se non la chiamo di frequente.

Ieri ho fin toccato il nostro argomento tabù.
L'affido, la separazione dai miei genitori naturali, mia nonna ...
La mia adorata nonna...

Eppure, so che per quello c'è ancora tempo.
Ci sono cose che vanno affrontate poco per volta.
Che sono nodi che si scioglieranno a tempo debito.
Che solo a quel punto, come nelle mie meditazioni, la montagna di fango e detriti si scioglierà formando una cascata.
Che piano piano scomparirà in un fiume che viaggia largo e tranquillo.
Torbido perchè la melma che stava in fondo è venuta a galla.
Eppure, paradossalmente, più pulito di prima.

E allora rimango qui, in attesa.
Come nel tango.
Mentre il lavoro piano piano si delinea e prende forma.
Mentre le opportunità si fanno avanti.
Mentre le idee arrivano.
Mentre il cervello viaggia a 1000 e i programmi prevedono frutti che si raccoglieranno in autunno.

Sento che la mia è una posizione sospesa.
Quella del tango.
Nel quale il ballerino ti pone.
Indipendentemente che lo faccia per un ingorgo nel passaggio, nell'attesa di dedidere che passo fare o semplicemente per prendersi un momento, per godersi una pausa.

Ho ripreso tango a gennaio.
Dopo quelle 3 lezioni prese in estate.
Ed ho subito capito che ero cambiata.
Che mi ero aperta.
Che avevo più fiducia.
Ed ho visto che quel momento, quella sospensione, non mi crea più ansia.

Non devo più inventarmi un passo pur di far qualcosa.
Non sono più angosciata all'idea di che cosa mi farà fare l'altro quando ripartiremo.

Semplicemente attendo.
Vivendo pienamente quel momento esattamente come quello dopo, in cui il ballerino riprenderà con un nuovo passo.

Così non penso come farò a pagare la rata della macchina, la quota della fiera di guidabimbi alla quale parteciperò a maggio, le spese condominiali e le 1000 altre uscite che ci sono ogni mese.
Semplicemente so che in qualche modo ce la farò.

E non perchè sono Tomb Raider.
Non perchè sono tigre, lupo o altro.
Semplicemente perchè sono me.
Una donna forte, con un carattere difficile, ma determinato.

E, soprattutto, perchè sono libera!

martedì 1 febbraio 2011

Lupo

Riprendo questa mattina con le meditazioni mattutine interrotte a dicembre.

Sono un lupo.
E' buio.
Ululo senza cattiveria.
Di fronte a me,
nel cielo scuro,
una palla.

A differenza di ciò che la logica potrebbe far pensare non è la luna.
Sento che è il sole.
E' proprio alla mia altezza.
Enorme.
Quasi bianco.

Abbasso le orecchie.
Taccio.
Mi giro e mi guardo.
Gli occhi profondi.
Lo sguardo dolce.
Il pelo scuro.

Ad un tratto arriva un uomo.
Un cacciatore.
Inizia ad accarezzarmi sul fianco.
Mi sdraio a terra ed accolgo le sue coccole.
Quando smette mi alzo.
Mi metto al suo fianco ed insieme andiamo via.

Mi sento bene.
Sono consapevole del fatto che rimango un essere libero.
Ma che quel che voglio ora è stare con lui.
So che anche lui prova le stesse cose.

Non ci siamo cercati.
Eravamo due esseri solitari che in modo del tutto fortuito si sono incontrati.

E mentre ci vedo allontanarci
Sento che finalmente siamo completi.
Sereni.
Senza aspettative.
Senza domande.
Senza progetti.

Non so che cosa significhi tutto ciò.
E non so se mai lo saprò.
Ma è stato bello e non volevo si perdesse.
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