lunedì 1 ottobre 2012

Andrea Bizzocchi

Sono seduta sulla mia "nuova" sedia a dondolo.
Recuperata dalla cantina di una coetanea che lì l'aveva depositata aspettando solo il momento più opportuno per disfarsene.
Me la sono caricata in auto e, dopo averla sottoposta alle cure di "Qui" che me l'ha tutta ripulita, l'ho messa in camera.

Oggi, dopo il rientro da scuola, mentre le bimbe giocano con le loro amichette, decido di prendermi un attimo di pausa e di sfogliare una rivista- "terra nuova"- ciondolandomi mollemente su quell'oggetto che da 10 giorni giace inutilizzato dentro quella stanza completamente rivoluzionata.

In questo numero tratta di ecovillaggi e co-housing...due argomenti che, in questo momento, mi stanno veramente a cuore.
La sto ancora sfogliando oziosamente quando un titolo su tutti mi colpisce:

"Chi ha paura del cambiamento?"

Sabato pomeriggio ho dato luogo alla mia prima "Giornata del Baratto".
Non un grande successo a dire il vero, il tempo forse, qualche malanno...
Una partecipazione davvero limitata, ma pazienza.
Io non perdo la fiducia e replicherò sicuramente il mese prossimo.

Alle poche sventurate è toccato comunque un bel "sermone" sulla presunta crisi, sulla possibilità di decrescere, di limitare le proprie necessità a ciò che davvero è importante evitando di farsi trascinare dal consumismo cui siamo abituati e con cui siamo cresciuti...

"Parli bene tu- mi dice ad un certo punto una signora- tu almeno una casa ce l'hai. Qui i soldi però non ci sono".

Provo a spiegare che le limitazioni che ci poniamo sono mentali; che arrivano dalla paura; che questa crisi ci impone uno "sradicamento" dai vecchi schemi ed un salto nel buio.
So che è difficile.
Io stessa ho faticato e ancora lo sto facendo, subendo tutto ciò anche a livello fisico.
"Puoi trasformare il crollo in un'apertura" dice Osho in una delle carte che da circa un anno sistematicamente mi esce fuori.
Devi trasformare il crollo in un'apertura se vuoi ricominciare a vivere in questo mondo, cambiare atteggiamento e dimensione, privarci di tutto ciò cui ci siamo abituati, ma che di fatto è inutile!

Sono sulla mia sedia a dondolo.
Le bimbe urlano rincorrendosi nel corridoio.
La gatta, la "very new entry" di questo periodo, sonnecchia sotto il letto di "Qui" ben determinata a non lasciarsi avvicinare da nessuno.

"Perchè non passiamo all'azione?"- chiede il giornalista nel corso dell'intervista a questo personaggio a me finora sconosciuto.

La risposta mi inchioda alla rivista e finisco per leggere tutto il resto dell'articolo!

"Perchè abbiamo paura[...]la maggior parte delle paure che viviamo oggi sono indotte: paura di perdere il lavoro fisso, la casa, la pensione, la macchina...Se non cambiamo non è perchè non abbiamo la possibilità di farlo, ma perchè abbiamo paura.
[...]un passo per quanto piccolo, nella direzione della libertà e del cambiamento  possibile per tutti. Il problema è che ci concentriamo sui problemi e non sulle soluzioni. E' un processo inconscio[...]che però va superato.
[Io per vivere] Scrivo qualche articolo [...] più in generale faccio quello che mi capita: traduttore, giardiniere, cameriere, bagnino, raccolgo le olive... Le cose vengono spontanee quando ti immergi nel flusso della vita senza paure.
[...]Quando sei vivo, quando sei aperto, quando ti adatti, di cose te ne capitano un'infinità. Ma quello non è nemmeno lavorare e la questione dei soldi è riduttiva. [...] Se tu metti il lavoro al centro della tua vita, è la vita che ruota attorno al lavoro.
Bisogna ribaltare la situazione e si può fare.
[...]Il nostro punto di partenza come famiglia è stata la consapevolezza dei danni del consumismo e quandi la riduzione dei bisogni e dei consumi. Il 90% dei bisogni della nostra società servono unicamente a tenere in piedi questo baraccone che chiamiamo economia e che sta devastando tutto a tutti i livelli: ambientale, sociale, spirituale ed economico. Trattandosi di bisogni non reali, sono virtualmente tutti eliminabili. Noi avevamo l'orto,  non avevamo elettrodomestici nemmeno il frigorifero. La bolletta della luce era una cosa ridicola.
Non abbiamo mai fatto sacrifici. Io non credo ai sacrifici, credo semmai alla curiosità nei confronti della vita "Tutti dicono che bisogna fare così. Fammi un pò vedere se si può fare cosà!".
[...] La nostra mente è talmente condizionata che non riesce a concepire che si può benissimo fare a meno di un sacco di cose, che si può autoprodurre, che si può scambiare. E quando inizi questo percorso dopo un pò scopri che questa cosa ti dà forza. Capisci che meno hai più stai meglio, che meno hai più sei libero.
[...] Ognuno di noi ha un enorme potenziale inespresso, che è già dentro di noi e che dobbiamo imparare a tirar fuori.[...]

Il lavoro da fare è su di noi"

Sto donando un sacco di roba.
Armadi, soppalchi e camere si stanno alleggerendo e noi con loro.
Da che sono tornata dagli appennini bolognesi non ho attaccato nemmeno una volta la lavastoviglie. I piatti tanti o pochi che siano vengono rigorosamente lavati a mano anche se a volte si ammassano dentro il lavello. Le cose stirate sono ridotte all'osso. Televisione, decoder e dvd sono spariti da casa. Le bimbe giocano e leggono di più e quando siamo poi proprio tutte stanche ci prendiamo un dvd e lo guardiamo al pc.
La spesa viene organizzata ed i pasti pianificati settimanalmente in modo da combinare gli ingredienti acquistando solo ciò che è necessario.

"Stai dando via molto- mi ha scritto ad un certo punto una ragazza su fb- ma non ti serve nulla di materiale?"

"Si, lenzuola e teli vecchi per i miei laboratori con i bimbi; una sedia a dondolo per godere attimi di relax con un libro in mano; marmellate, riso farina e pasta; frutta e verdura...".
Ad oggi i vestiti non ci mancano, forse un giorno in quella lista aggiungerò anche quelli.

Lavoriamo per guadagnare soldi da spendere in futilità.
E se invece smettessimo di lavorare e semplicemente ci scambiassimo i nostri beni donandoci felicità?

I miei laboratori saranno ad offerta libera: qualche soldo, articoli di prima necessità...
Il mio ruolo di "esperta in cattering" è delegato ad una terza persona per permettermi di concentrarmi sulla divulgazione, sul regno dei talenti, sulla scoperta di persone che, in misura sempre maggiore, mi fanno capire che le mie non sono le idee utopistiche di una donna impazzita, come pensa Denim;
Che uscire da tutto ciò davvero si può.

Il negozio senza circolazione di denaro di Mulhouse; la donna che da 11 anni vive senza soldi in Germania, questo scrittore che tiene conferenze gratuitamente, l'insegnante che, mamma di 4 figli, decide di creare un'associazione per diffondere il concetto di istruzione parentale...
Alcuni li ho contattati personalmente, altri lo farò prossimamente; tutti spero di porterli conoscere personalmente, di invitarli a parlare a casa mia perchè possano spiegare la loro storia, i loro inizi, le loro convinzioni e la loro filosofia.
Perchè possano raccontare la loro esperienza

"Guardatevi allo specchio, ditevi che vi volete bene e decidete di cambiare qualcosa, anche qualcosa di piccolissimo nella vostra vita. Allenate il muscolo del cambiamento e vedrete che la strada sarà poi in discesa" 
                 (Andrea Bizzocchi)

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