domenica 12 agosto 2012

Le cose che piacciono a me


Cose semplici citava Julie Andrews in questa canzone nel noto film "Tutti insieme appassionatamente".

Alle vacanze in Normandia con "Qua e là" abbiamo preferito quelle al lago nella casa sull'appennino bolognese. Abbiamo sgobbato per giorni sistemando un monolocale disabitato da secoli.
L'abbiamo pitturato e ripulito, abbiamo comprato le tende e spostato mobili da sotto a sopra con l'idea, prima o poi, di sistemare anche l'alloggio più grande, quello dove di solito sostiamo quando siamo al gran completo.

Tra qualche giorno le bimbe rientreranno dalle vacanze con il papà.
Torneremo a Torino ed invece di buttarci in campeggio a Cuneo torneremo al lago di Suviana, in questa località dove non c'è praticamente nulla, ma che ci piace tanto...a tutti noi!

"La vita è più semplice di così"- continuo a ripetermi in quest'ultimo periodo.
Non siamo nati per sgobbare dal mattino alla sera come dei muli.
Non siamo nati per vivere isolati rintanati nelle nostre case obbligati a spendere soldi per socializzare con gli altri.

In questi giorni penso a come sarebbe più semplice vivere con le stagioni, lavorare per poi ritrovarsi alla sera tutti insieme per condividere la giornata, mettere la musica e ballare nel cortile; preparare da mangiare e consumarlo in compagnia.

Nel libro che sto leggendo "Messaggio per un'aquila che si credeva un pollo", Anthony De Mello, maestro del pensiero positivo, sostiene che:

"La vita inconsapevole è una vita meccanica. Non è umana, è programmata, condizionata. Potremmo essere una pietra, un pezzo di legno. Nel paese da cui vengo centinadi migliaia di persone vivono in minuscole stamberghe, in estrema povertà, e riescono appena a sopravvivere lavorando dalla mattina alla sera, duro lavoro manuale, poi dormono e si svegliano al mattino, mangiano qualcosa e ricominciano da capo.[...] Il 99,999 per cento delle persone non sta meglio. Certo alcuni possono andare al cinema, fare una crociera, girare in automobile, ma [...] la gente non vive la propria vita."

E' quello che penso io!

"Siamo in crisi"- sento dire in giro.

Beh, io non lo credo!
Non siamo "NOI" ad essere in crisi o in recessione, ma un sistema economico che sta dimostrando tutti i suoi limiti.
La terapia del terrore praticata da giornalisti, demagoghi, politici e studiosi  ci tiene intrappolati.
Schegge impazzite e animali in trappola schizziamo da una parte all'altra in cerca di una via di fuga terrorizzati all'idea di perdere ciò che per decenni abbiamo conosciuto e praticato.

No, non penso che siamo in crisi, ma semplicemente che ora, e finalmente, abbiamo l'opportunità di "disindentificarci" da un modo di vivere che non ci appartiene, che non appaga e non soddisfa la nostra essenza, il nostro "io" più profondo, ma solo la parte più superficiale di noi.
 
Certo noi abbiamo paura di staccarci da ciò che ci è noto e, certo anche i nostri governanti, i parroci e gli eclesiasti sono terrorizzati all'idea che possiamo mettere fine a tutto ciò semplicemente lasciando che questo mondo economico si afflosci come un palloncino sgonfio.


Qualche giorno fa ho letto su internet di aziende che hanno iniziato ad attuare il baratto tra di loro per ottenere beni o servizi di cui necessitano senza rivolgersi ai tradizionali canali del credito.
La mia iniziativa su "paneburroezucchero" con una giornata dedicata al baratto ha riscosso un'immediato successo, cosa che invece non è avvenuta con i corsi a pagamento proposti nell'arco della stessa giornata.

Penso al regno dei talenti e alla necessità di trovare una moneta nuova, che ci riconosca il valore che abbiamo e che ci permetta di vivere più sereni, in armonia con mondo e con noi stessi.

Penso a quante volte negli ultimi tempi mi sono imbattuta in letture di persone che hanno vissuto o che vogliono vivere in comunità...

Credo che la globalizzazione abbia creato questa crisi e che proprio quest'ultima ci stia urlando a gran voce che è ora di finirla; credo che la gente si senta sola, che abbia voglia di ridere, ballare, parlare e giocare, di sentirsi stanca ma motivata; credo che ognuno di noi abbia dei "talenti" da condividere e che non veda l'ora di poterlo fare.

Credo che il futuro si evolverà nel piccolo, in realtà ridotte dove gruppi di persone, vivendo insieme, sono in grado di autoprodursi quanto necessario per la loro sopravvivenza; dove ognuno dà e ognuno riceve, secondo un criterio caritatevole meno conosciuto, ma più vero, dove la scuola non è più il banco o l'aula , ma la vita all'aria aperta; dove anche gli anziani possono avere il loro spazio; dove i bambini non devono uscire vestiti di tutto punto per andare a giocare ai giardinetti o non si inchiodano ai vari nintendo o wii e per divertirsi utilizzando metodi più sani; dove i vestiti vengono realizzati e riparati, dove le insegnanti sono libere di gestire i programmi in base alla tipologia degli alunni e dove le classi sono miste e variegate perchè ognuno ha il proprio sapere da offrire...

Ecco, in questi giorni, in questo posto sperduto, in compagnia della musica, della lettura, delle corse in salita, della pittura, del lago e di "Qua e là" ho pensato che questo è ciò che voglio realizzare.
Per me, per le mie figlie, e per "noi": terra, cielo, aria, abitanti del pianeta e, soprattutto, amici :)

2 commenti:

Loredana Gasparri ha detto...

Sono d'accordo praticamente su tutto, Anthony De Mello compreso. Ho letto un suo libriccino di frasi particolarmente positive, pillole a pronta presa da tenere vicino o in borsa, come mi disse la libraia che me lo ha venduto. E la questione del baratto e dei talenti, inizia ad attirarmi molto. E' vero che siamo in crisi, ma ci ricordiamo che la parola non è così negativa come il terrorismo mediatico ci vuole convincere? La crisi, in greco, indicava il momento in cui si acutizzava uno stato patologico, per poi risolversi. Secondo i due ideogrammi cinesi che la compongono, la crisi è un'opportunità. Un'opportunità di vedere e di creare un mondo diverso, un po' più umano, con sistemi più vicini a quelli che sono i nostri ritmi e bisogni di esseri umani che vogliono vivere la propria vita.

Unknown ha detto...

cara Marta,

sono perfettamente in sintonia con quanto hai scritto e, come te, come tanti, ogni giorno faccio passi piccoli , a volte grandi, verso una consapevolezza sempre più nitida, più luminosa.

E' vero, "la crisi" non riguarda la nostra Essenza. e' qualcosa di indotto, di manovrato da altri e non appartiene al nostro Essere.

Sono anch'io fra quelli che cercano uno spazio abitativo presso una comunità, (un ecovillaggio, un grande casolare , ecc.) in cui avere sia uno spazio privato che altri da condividere con altre persone per uno scambio umano, solidale, rispettoso e amorevole di talenti, esperienze ed energia .

Questi sono tempi in cui si deve, si può ristabilire tra le persone un ritmo sano, armonioso e più naturale del "dare e ricevere". E' il ritmo del nostro respiro... del respiro cosmico, dell'amore.

Abbiamo tutti voglia, dai giovani ai più grandi, di riprenderci la libertà da condizionamenti e da filtri, e tornare al nostro Essere. Il tutto coincide con ... un vivere più "semplice", autentico, gioioso, creativo come esprimi bene tu.

Un forte abbraccio. Tanta luce a te, a tutti noi.

Josée

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