sono già tre anni che sei arrivata. A settembre inizierai la scuola materna e ancora non ci posso credere.
Sembra ieri quando nel letto pregavo di non essere incinta quel Dio nel quale non credo; quando tuo papà batteva il pugno sul portone di casa perchè avevo iniziato a pensare di poterti tenere; quando avevo preso appuntamento con quel ginecologo in Francia per l'interruzione farmaceutica .... alla fine avevo telefonato dicendo che avevo cambiato idea.
Ero sicura che non avrei mai potuto guardare le tue sorelle senza pensare a quel fagiolino al quale avevo negato un'esistenza; ero sicura che la mia vita sarebbe cambiata in peggio, che ne avrebbe risentito il rapporto con tuo papà, con le tue sorelle, con me stessa; che per quanto sarebbe stata grande la fatica di crescere tre bmbe in tre anni non me ne sarei mai pentita.
Non ti nego che ho avuto paura, paura che tu potessi essere una bambina problematica come era stata Rachele, paura che tu non fossi sana, paura di non volerti abbastanza bene.
Fino al terzo mese di gravidanza ho avuto dei momenti in cui ho pensato che forse non stavo facendo la scelta giusta, ma a testa bassa ho proseguito superando ogni dubbio, le ostilità di tuo papà che di te non ha parlato fino a quando abbiamo iniziato a divulgare la notizia dopo l'amniocentesi, le angosce di Rebecca che non mi aiutava a scegliere il tuo nome perchè pensava che con il tuo arrivo le avrei voluto meno bene, l'ira di Rachele che non voleva stare con nessuno se non con me urlando a scuarciagola con chiunque altro le si avvicinasse.
Che tristezza quando a 5 mesi di gravidanza la ginecologa mi aveva intimato di abbandonare la bici con la quale mi spostavo con le tue sorelle perchè avevo già 2 cm di dilatazione e secondo lei rischiavo un parto troppo prematuro; che ansia quando quella notte di febbraio mi sono svegliata in preda alle contrazioni temendo che tu potessi nascere nello stesso mese di tua nonna; che spavento quando improvvisamente all'avvicinarsi della data tutti i dolori erano cessati.
Ricordo quando nella settimana in cui avresti dovuto nascere ho iniziato tutti i giorni a fare 50 saltelli sul posto e a rincorrere le tue sorelle per tutta casa sperando che partissero le contrazioni.... non potevo superare le 40 settimane. Nessuno sapeva la dpp. Non la volevo dire per evitare di sentirmi chiedere ogni giorno "E allora? Ancora niente?". Di conseguenza non potevo proprio rischiare di superare il termine. Iniziare i monitoraggi significava delegare "beccachele" a mia suocera informandola su quanto stava avvenendo e NON VOLEVO!!!!
Tu ti sei dimostrata brava fin da subito perchè sei nata proprio il 14 marzo. Alle 13 avevi rotto leggermente il sacco in modo che il liquido fuoriuscisse un pò per volta. Ho spedito tuo papà in piscina con Rebecca mentre tra le lacrime avevo spedito una Rachele urlante con tua nonna che sospettava ma che non sapeva nulla di ufficiale. Le contrazioni non erano nè forti, nè regolari e quando siamo andati in ospedale e mia hanno collegato alla macchina per fare il tracciato sono sparite completamente. "Ecco mi terranno qui tutta la notte" ho pensato. Ed allora ho iniziato ad accarezzarti ed a parlarti "Dai Celeste, questa cosa non piace a nessuna delle due, più in fretta è meglio è per tutti: per te, per me e anche per papà così alle 21 è a casa e mette a nanna le tue sorelle"
Ancora una volta mi hai ascoltata e dopo 15 minuti dall'entrata in ospedale ho iniziato ad avere voglia di spingere, tuo papà è corso a chiamare l'ostetrica. "9 cm di dilatazione!" aveva urlato. Poi di corsa mi avevano spogliato e infilato una maglietta, papà aveva preso i tuoi vestitini (il body e la tutina di rito utilizzata anche dalle tue sorelle) e le calze antitrombo che avrei dovuto indossare durante il parto ma .... non c'era tempo!
3 spinte e sei arrivata, bella come il sole, piccola e delicata ti hanno appoggiata su di me e allora tutti i miei timori sono svaniti ,,,, non potevo che amarti con tutta me stessa!
Erano passati 30 minuti dall'arrivo in ospedale.
Tutto quello che è successo dopo è un'avventura a parte, densa di gioia, ma anche di tanta fatica ma mai una volta in questi 3 anni mi sono pentita della decisione presa a suo tempo. Oggi non potrei pensare la mia vita senza di te, senza quella rompina che mi riempie di baci e di "ti voglio bene", che fa i musi e vuole fare tutto da sola, che ride entusiasta di fronte a qualsiasi novità.
Per la tua festa hai voluto indossare la tua gonna con il disegno di titti, ho dovuto prendere la tovaglia di titti e ti ho preparato la torta con sopra titti. Abbiamo invitato i tuoi amichetti della ludoteca e non, hai spento le candeline ed hai aperto i tuoi regali contenta per una volta di non sentirti dire "Celesteeee non è tuo!!". Incredula continuavi a chiedere "E' per me?"
"Si è per te amore" e con tutto l'amore che ho ti auguro
"Buon compleanno"
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